Como – Questa volta sono gli svizzeri a copiare da noi: di fronte al turismo del pieno di carburante al contrario la Lega dei Ticinesi propone di introdurre degli sgravi fiscali, simili a quelli previsti dalla “carta sconto” attiva fino a qualche anno fa in Lombardia, ma stavolta riservata agli automobilisti svizzeri che vivono lungo la fascia di confine.
Un escamotage, quello proposto dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri, per evitare che gli automobilisti del Canton Ticino fuggano a fare il pieno oltreconfine. “Basta rapinare gli automobilisti e basta regali tafazziani al Belpaese a scapito della nostra economia di confine - sottolinea l’esponente della Lega dei Ticinesi - Il turismo del pieno, che storicamente andava dal Belpaese alla Svizzera, oggi viaggia nel senso inverso, magari unendo la tappa benzina alla spesa. Sembra di essere tornati al 2022 quando l’allora premier italiano Draghi tagliò le accise sul carburante per contrastare il rincaro causato dalla guerra in Ucraina. Oggi in Ticino a rischio c’è un settore economico con i relativi posti di lavoro che non sono occupati solo da frontalieri”.
In Canton Ticino il prezzo della benzina al self service è di 1,86 euro al litro, mentre il diesel è a 1,967 euro al litro, basta fare qualche chilometro e varcare il confine per spendere 1,814 euro al litro per la benzina e 1,794 euro al litro per il diesel. A incidere sui prezzi alla pompa in Svizzera è l’effetto del super franco, la valuta elvetica che negli ultimi anni, complice l’instabilità dell’eurozona, si è notevolmente rivalutato sull’euro. E pensare che solo la scorsa primavera la situazione era opposta:il prezzo della benzina verde a Como era salito fino a 1,90 euro al litro mentre in Canton Ticino si trovava a 1,69 euro, il massimo della convenienza. Con la prospettiva di risparmiare anche dieci euro per un pieno di benzina oltre ai frontalieri si erano messi in coda anche gli altri automobilisti.
Niente di nuovo per chi vive nella fascia compresa entro i 20 chilometri stradali dal confine dove in passato, per frenare il pendolarismo del pieno, Regione Lombardia si era inventata la carta sconto, da far scattare con due aliquote diverse corrispondenti alle fasce stabilite in base alla distanza dal Canton Ticino. Uno strumento che non è mai stato formalmente abolito, ma di fatto non è più stato impiegato dal 2021.
Adesso però il flusso si è invertito, l’Ufficio federale di statistica ha calcolato che l’Indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato del 5% negli ultimi tre anni, ma il petrolio è tornato al prezzo precedente all’ondata di inflazione. L’Atss, l’Associazione ticinese delle stazioni di servizio, denuncia un crollo delle vendite dell’80%, anche se l’ufficio statistica cantonale ridimensiona il calo di volume del servito attorno al 40%. “La Svizzera avrebbe margine in abbondanza per ridurre il costo del carburante a favore degli automobilisti svizzeri come pure delle stazioni di servizio ticinesi, che tornerebbero a essere concorrenziali - conclude Quadri -. Gran parte del prezzo è costituita da balzelli vari, basterebbe che Berna rinunciasse a qualche centesimo al litro di balzelli sulla benzina per annullare il turismo del pieno verso l’Italia”. Una proposta sentita più volte anche da questa parte del confine.