ROBERTO CANALI
Economia

Lavoratori frontalieri, arriva il censimento alla dogana

Intervistatori con pettorine catarifrangenti interrogeranno gli italiani, accusati di paralizzare il traffico oltre-confine, sulle abitudini di trasporto per andare in fabbrica o ufficio

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A partire da martedì i frontalieri saranno sottoposti a un censimento volontario per determinare con quali mezzi di trasporto raggiungono il posto di lavoro I dati saranno utilizzati per redarre il piano dei trasporti del Canton Ticino

Anche se il loro numero è in leggero calo, 78.925 il dato rilevato nel giugno scorso in Canton Ticino con una diminuzione dello 0,4%, continuano a essere osservati speciali i lavoratori frontalieri che nei prossimi giorni saranno sottoposti a un censimento alla dogana per determinare le loro abitudini in materia di spostamenti. Un tasto particolarmente dolente oltreconfine dove da anni si accusano i lavoratori lombardi, in particolare quelli residenti nelle province di Como e Varese, di fare un eccessivo ricorso all’auto con la conseguenza di paralizzare le strade in tutto il Cantone, soprattutto in orario di ingresso e uscita dal lavoro. Non a caso sono stati potenziati i trasporti pubblici e finanziati dei parcheggi di interscambio al confine per facilitare il car sharing, in attesa dell’entrata in vigore della ’tassa di collegamento’ che dal prossimo 1 gennaio prevede il pagamento di un balzello pari a 3,5 franchi al giorno per i posteggi destinati al personale delle aziende. Un altro modo per dissuadere i frontalieri che nell’87% dei casi, in base a rilevazioni compiute dalle autorità ticinesi nel 2021, continuano a viaggiare da soli in auto. Nei prossimi giorni il test verrà ripetuto in 21 valichi doganali italo-svizzeri, compresi quelli di Gandria (Oria-Valsolda) e Arogno ( Valmara).

“L’iniziativa ha l’obiettivo di raccogliere dati accurati sul traffico veicolare in entrata e sulle abitudini di mobilità dei conducenti - spiegano dal Dipartimento del territorio - L’inchiesta, fondamentale per una pianificazione efficace della mobilità cantonale, con particolare attenzione al trasporto pubblico e alla mobilità aziendale, prevede interviste a campione con i conducenti in transito. Saranno raccolte informazioni utili come l’origine e la destinazione del viaggio, lo scopo, la frequenza degli spostamenti, la disponibilità di parcheggi riservati e l’eventuale adozione del lavoro da remoto”.

La ricerca verrà condotta in collaborazione con l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, senza interrompere il regolare flusso veicolare. “Gli intervistatori saranno facilmente riconoscibili grazie a una pettorina catarifrangente con l’indicazione Dipartimento del territorio. L’indagine si concentrerà principalmente sui lavoratori e studenti pendolari che attraversano quotidianamente i principali valichi di frontiera del Canton Ticino: ogni intervista durerà da uno a due minuti. I risultati ottenuti saranno resi pubblici nel corso del 2025”.

Inutile dire che i risultati potrebbero servire per elaborare nuove soluzioni utili a ridurre il traffico in ingresso dall’Italia alla Svizzera. L’ultima, proposta da Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi e bocciata dal Consiglio federale l’equivalente del governo elvetico, prevedeva l’introduzione di una tassa d’ingresso per ogni veicolo ma fortunatamente è stata ritenuta inapplicabile e bocciata.