
Svetlana Zakharova e Roberto Bolle
Milano, 4 ottobre 2016 - Giselle, il ritorno di un grande classico. Anzi, del più «classico» dei balletti, come spiega, dal suo sito, la Scala invitando “il pubblico a incontrare una volta di più l’eterna vicenda di Giselle, una storia d’amore, tradimento e redenzione, tra le gioiose feste contadine e il bianco stuolo delle Willi, affascinanti quanto spietate. Giselle, balletto romantico per eccellenza, continua ad attrarre le platee nel contrasto fra un mondo solare e un regno oscuro e terribile, popolato di spiriti”.
Da oggi fino al 28 ottobre è a Piermarini infatti che Giselle torna in vita, muore d’amore e salva il suo nobile amante fedifrago riemergendo dall’oltretomba e danza disegnando i suoi passi sull’antica coreografia di Coralli-Perrot (1841) nella ripresa di Yvette Chauviré, “la Giselle francese” per eccellenza, che proprio “con la cura e la raffinatezza dell’interpretazione di ruoli come Giselle ha esaltato la tradizione classico-romantica in tutta la sua purezza e consegnato la sua fama al mondo”.
La sua bella versione di Giselle approdò per la prima volta alla Scala nel 1950, appunto con la ballerina-simbolo dell’Opéra di Parigi nel ruolo della sfortunata giovane di campagna che sognava l’amore e amava il ballo a costo della perdita di sé. Il testimone passa adesso (4,12 e 14) alla stella russa Svetlana Zakharova in coppia con Roberto Bolle, ammiratore ed emulo di Nureyev. Negli altri cast, dopo i successi appena ottenuti nel tour in Cina, Vittoria Valerio con Antonino Sutera (5 e 18 ottobre), Nicoletta Manni con Claudio Coviello (11 e 25 ottobre) e Lusymay Di Stefano con Marco Agostino (27 ottobre); Vittoria Valerio sarà in scena poi anche il 28 ottobre accanto a Timofej Andrijashenko. Nel ruolo di Myrtha, Regina delle Willi, si alternano Nicoletta Manni, Virna Toppi, Maria Celeste Losa e Alessandra Vassallo; il guardacaccia geloso Hilarion sarà impersonato da Marco Agostino, Christian Fagetti, Massimo Garon. Dirige questo ciclo delle recite uno specialista del repertorio francese come Patrick Fournillier. La perfetta proporzione tra il primo e il secondo atto, i leitmotif nella partitura, l’aura fantasy- diremmo oggi- hanno contribuito a un successo che bacia sia le redazioni di derivazione tradizionale sia quelle di nuovo conio, Da Mats Ek a Sylvie Guillem, per restare alla Scala, mentre ultima in ordine di tempo è la “Giselle” dell’anglo-indiano Akram Khan per l’English National Ballet diretto da Tamara Rojo.