
La selezione va dagli anni ’30 ai ’70
Monza, 22 ottobre 2016 - Il saltatore di pozzanghere. Tutto comincia da qui, da quello scatto preso a 24 anni nel 1932, con una prima antica Leica, in un momento di dubbio sul futuro. Monza e

Una svolta in bianco e nero, nell’epoca del colore chiassoso dei selfie. Perché «c’è bisogno di tornare ai grandi classici per uscire dal rumore di fondo delle immagini che invadono la nostra vita», dice Alberto Rossetti, fra gli organizzatori della mostra.
E la grande esposizione, curata da Denis Curti, non delude, poiché si propone di ridare respiro alle emozioni. Ciò attraverso una selezione di immagini scattate fra gli anni Trenta e gli anni Settanta che per scelta non segue un andamento tematico o cronologico.

Artista classico per i posteri, ma profondamente innnovativo, capace di influenzare intere generazioni di fotografi. Il saltatore di pozzanghere, attorno alla quale ruota l’esposizione, è priva di quel bordo nero che rappresentava invece un’esigenza profonda dell’artista, per evitare che i grafici tagliassero le sue foto sui giornali. Non ha bordo perché Cartier Bresson la taglia. Ciò non succederà più. Nelle sue opere non modifica mai il negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora. Orario 10-19 da martedì a domenica, venerdì 10-22, dal 20 ottobre al 26 febbraio.