PAOLO GALLIANI
Cosa Fare

L'aumento degli skipass non ferma la voglia di sciare. Ecco quando aprono le piste da sci

La stagione al via il 3 dicembre in Lombardia: rincari sì ma contenuti sugli skipass. Offerte per attirare il turismo extra sportivo

L'aumento degli skipass non ferma la voglia di sciare. Ecco quando aprono le piste da sci

Ossimoro puro: l’inverno, sublimazione del letargo che diventa la perfetta congiuntura astrale per lo sviluppo economico di vallate e paesi alpini altrimenti isolati e condannati allo spopolamento. Ieri c’era anche questa convinzione a salutare l’avvio della stagione bianca in Lombardia. Con autorità nazionali e regionali a fare da celebranti, come Daniela Santanchè, ministra del Turismo, il governatore Attilio Fontana, Lara Magoni che guida l’assessorato al Turismo. E una fitta serie di novità da sfoggiare per convincere tutti, italiani e stranieri, che tra Livigno e Madesimo, Ponte di Legno e Bormio c’è un Olimpo per gli appassionati di sci alpino, snowboard e fondo, anche senza cavalcare l’immagine forzata di una montagna per vip. Meglio quella più empatica: montagna per tutti, per principianti e sciatori di talento, per chi ha gli sci ai piedi e per chi non ha intenzione di metterceli potendo fare tanto altro.

E un mare di idee originali, per alimentare l’ambizione – lo ha ribadito Santanchè – "che il turismo possa diventare la prima azienda della nazione". Con qualche certezza. Una su tutte: grande avvio della stagione il 3 dicembre, almeno per due terzi delle piste e degli impianti nelle stazioni più rinomate, sperando che il meteo favorevole (basse temperature e abbondanti nevicate) faccia il resto. Altra news positiva: stanno arrivando nuovi investimenti dal Pirellone per la promozione, specie nel comparto ricettività: 30 milioni di euro, in aggiunta ai precedenti 25. E se i dati parlano di boom del turismo lombardo anche rispetto al pre-Covid (+8%), c’è chi pronostica un inverno tutt’altro che tiepido per i 27 comprensori sciistici e i 310 impianti regionali, pronti a funzionare a regime, ancorché minacciati da un’esponenziale impennata dei costi energetici.

Effetti negativi sul costo-medio degli skipass? Rischio momentaneamente scongiurato, specie in Valtellina che vive già l’effetto-Olimpiadi 2026 (gare di snowboard e freestyle a Livigno, sci alpino maschile a Bormio): aumenti contenuti nell’ordine del +3-5% dei “giornalieri”, quantomeno nelle stazioni più blasonate, dove il “daily” supera mediamente i 35-40 euro. Slogan forte: "Emozioni nuove, anche senza sci", con quella congiunzione apparentemente banale – "anche" – che in Lombardia pare la formula magica per stimolare il mercato: l’esperienza dello sleddog, le escursioni su slitte trainate da cani siberiani tra Valdidentro, Ponte di Legno-Tonale e Maniva; il noleggio di fatbike tra Alta Valtellina, Aprica e Valle Spluga; lo snow tubing o rafting della neve ai Piani di Bobbio e Valtorta, a Livigno, Bormio e in Alta Valle Camonica. E ancora: i soggiorni termali a Bormio, Boario e San Pellegrino. E la cucina locale, attrattiva sempre meno residuale di un turismo che in montagna cerca autenticità, sapori particolari e storie.

Sullo sfondo, i grandi appuntamenti di una stagione che cerca di capitalizzare il boom del turismo di prossimità registrato durante la pandemia: i mercatini natalizi, ma anche le fiaccolate di fine anno, specie al Tonale e in Valle Camonica. Nota di merito per alcune iniziative speciali: la “Freeski” voluta dalla Regione Lombardia per avvicinare famiglie e ragazzi agli sport con skipass a prezzo calmierato. O le infinite offerte di gratuità per i bambini accompagnati da genitori con skipass di più giorni. E per le proposte più rock. Come quelle inventate in Alta Valtellina: sciare all’alba a oltre 3mila metri con colazione in un Panoramic Restaurant; o di notte, tra gennaio e marzo, su due piste mitiche, la Stelvio di Bormio e la “Deborah Compagnoni” di Santa Caterina Valfurva. Ebrezze olimpiche.