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Covid, Gallera: "Fortissima pressione su ospedali Milano, Monza, Como e Varese"

La strategia "è quella di fare sistema per recuperare posti letto, trasferendo persone dalle aree dove c'è maggiore sofferenza a quelle più scariche"

L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera

L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera

Milano, 13 novembre 2020 - La seconda ondata di Coronavirus preoccupa per la pressione sugli ospedali, che è "fortissima a Milano, Monza, Varese e Como". A confermarlo nuovamente è l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera intervenendo in video collegamento questa mattina in commissione Sanita' a Palazzo Pirelli, aggiornando sulla situazione epidemiologica da Covid-19.

Nonostante i miglioramenti dell'indice di contagio, "oggi attorno all' 1,5", spiega Gallera, "questo non si sta traducendo in una riduzione di pressione sulle strutture ospedaliere, che sono in una situazione molto complicata", anche perche' "oggi non c'e' una zona in Regione Lombardia in cui il contagio non ci sia e non cresca". I numeri vanno letti, chiarisce l'assessore, anche alla luce del fatto che oggi "facciamo molti piu' tamponi, tracciamo molto di piu', e quindi la fotografia che facciamo rispetto a marzo e' molto piu' completa".

Da qui Gallera evidenzia che i positivi emersi non coincidono con i ricoverati, e quindi "dire che anche a Bergamo e Brescia il contagio si diffonde, non vuol dire che c'e' un numero di ricoverati in quei territori molto alto". In questa aree, precisa, "la pressione sugli ospedali non c'e', mentre e' fortissima a Milano, Monza, Varese e Como". La strategia "è quella di fare sistema per recuperare posti letto, trasferendo persone dalle aree dove c'è maggiore sofferenza e pressione alle aree in cui gli ospedali sono piu' scarichi".

Ma non tutti i malati Covid necessitano di ricovero, il "90% dei positivi è oggi asintomatico" fa sapere Gallera, per cui "i pazienti vengono inviati, tramite il medico di medicina generale, nei centri territoriali Covid, che oggi sono 33". Questi centri, spiega l'assessore, sono un perno fondamentale della "strategia sul territorio, che è importantissima. Nei centri territoriali Covid che abbiamo attivato - conclude l'assessore - operano medici, infermieri e specialisti come pneumologi o infettivologi" e sono dotati di strumentazioni necessarie alle diagnosi.