
Cremona, un detenuto lo ha ha preso a calci e pugni. Il sindacato: inaccettabile
Episodio violento nel carcere di Cremona, nella prima serata di martedì. Un detenuto italiano di età intorno a 50 anni al momento di rientrare in cella dopo l’ora di socializzazione si è opposto fermamente e se l’è presa con la guardia carceraria che lo stava accompagnando. Dapprima l’agente è stato colpito con una testata e, una volta a terra, è stato fatto bersaglio di calci e pugni. Fortunatamente l’aggressione è avvenuta sotto gli occhi di altre guardie che sono subito intervenute in soccorso della persona aggredita. Il poliziotto è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Cremona, dove è stato ricevuto in codice giallo, medicato e poi dimesso con una prognosi di sei giorni.
"Ancora una volta la Casa circondariale di Cremona è stata teatro di una giornata di violenza tanto assurda quando ingiustificata - dichiara Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria -. Il Sappe augura una celere guarigione all’agente ferito e auspica una risoluzione definitiva all’annosa questione delle aggressioni al personale di polizia da parte della popolazione detenuta". "Servono risposte ferme contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze – aggiunge –, anche prevedendo di riaprire carceri come quella di Pianosa e dell’Asinara dove destinare i detenuti violenti". Amare le conclusioni del segretario: "Per noi che conosciamo e viviamo ogni giorno la complessità dell’ambiente carcerario è sconcertante il continuo ricorso alla violenza da parte dei detenuti, ma ancora di più lo è in situazioni come questa, dove una motivazione così futile viene fornita a giustificazione di un agire ignobile, incivile e selvaggio".
Sull’episodio è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del Sappe. "Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, non farà notizia – ha sottolineato –. Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure".