
L'aggressione è avvenuta mercoledì intorno alle 13 (foto di repertorio)
Cremona – Aggressione a bordo di un autobus della linea Cremona-Spinadesco. Due ragazze di origine straniera avrebbero preso a schiaffi una coetanea italiana perché stava mangiando un panino sull’autobus, insultandola: “Put***a non puoi mangiare, c’è il Ramadan”. Quando poi l’autista è intervenuto per difendere la giovane, le due lo avrebbero spinto e graffiato in faccia, rompendogli gli occhiali e mandandolo al pronto soccorso.
I fatti, riportati dal quotidiano La Provincia di Cremona, sarebbero avvenuti martedì 4 marzo e sono stati raccontati dallo stesso conducente, di 52 anni, una volta uscito dall’ospedale con una prognosi di cinque giorni. L’uomo ha detto che a dare l’allarme sono state alcune signore: “Autista, si stanno picchiando, si fermi!”. A quel punto si è fermato, ha aperto tutte le porte e ha intimato di scendere dal bus. “Ho visto che in quel momento davano uno schiaffone alla ragazza italiana. Ho chiamato subito i carabinieri che sono arrivato subito, nel giro di un paio di minuti”.
Le ragazze sono state fatte scendere, ma quando una delle due è saltata giù dal pullman – ha detto l’autista – “mi ha dato uno spintone alla pancia. Anche l’altra si è poi messa a spingermi, mi ha rotto gli occhiali, mi ha graffiato la faccia”. L’autista ha detto che presenterà denuncia ai carabinieri, allegando il referto medico.
La notizia ha scatenato forti reazioni. L’aggressione è stata duramente criticata dalla comunità musulmana. “I musulmani che vivono in Italia devono rispettare le leggi del Paese e comportarsi da cittadini responsabili. Se vogliamo essere rispettati, dobbiamo prima di tutto rispettare gli altri e il contesto in cui viviamo”, ha commentato Aftab Ahmed, membro della Consulta degli immigrati e presidente dell'associazione Immigrati cittadini Onlus di Cremona.
“È profondamente deplorevole e va contro i principi dell'Islam, oltre che contro le leggi e i valori della società italiana. L’Islam – ha aggiunto Aftab – insegna il rispetto, non l’imposizione. Promuove la tolleranza, la convivenza pacifica. E il Ramadan, in particolare, non è solo un mese di digiuno, ma un periodo di purificazione interiore, autocontrollo e solidarietà. Digiunare non significa semplicemente astenersi dal cibo e dall'acqua, ma anche dall'intolleranza, dall'arroganza e dall'aggressività. Nessuno ha il diritto di imporre le proprie pratiche religiose agli altri, tanto meno con la forza. Che sia il Ramadan o qualsiasi altra occasione religiosa, dobbiamo dimostrare attraverso le nostre azioni che la nostra fede insegna tolleranza, rispetto e convivenza pacifica. Ogni violazione delle norme non danneggia solo il singolo, ma compromette l'immagine dell’intera comunità musulmana”.
Diversamente, la deputata della Lega Silvia Sardone, ha definito la vicenda “emblematica di ciò che è l'islam più radicale: violenza e sopraffazione nei confronti di chi non è musulmano. Eppure c'è ancora qualcuno, a sinistra, che continua a piegarsi dinnanzi all’islamizzazione crescente, chiudendo scuole per Ramadan, adattando i menù delle mense per compiacere le varie comunità musulmane e addirittura concedendo il niqab a lezione”.