GABRIELE MORONI
Cronaca

Arianna Zardi, precipitata dal ponte. L’appello della sorella a 22 anni dalla morte: “Chi sa parli”

Il gip non archivia il caso, l’indagine bis accantona l’ipotesi suicidio. Le fratture su tutto il corpo e le macchie di sangue racconterebbero un’altra verità

Arianna Zardi, morta nel 2001 a 25 anni

Arianna Zardi, morta nel 2001 a 25 anni

Casalmaggiore (Cremona) – ”Chi sa parli ... qualsiasi info può essere utile per ricostruire la dinamica di questa morte assurda. Arianna a oggi non ha pace, come noi familiari che cerchiamo la verità sulla sua scomparsa avvenuta nel 2001, quando uscì di casa nel pomeriggio e non vi fece più ritorno".

Un appello che Sara Zardi affida alla pagina Facebook: verità sulla morte di sua sorella Arianna, a ventidue anni esatti dalla sua morte, tragica, misteriosa, in apparenza solitaria. Oggi le speranze di Sara trovano un filo a cui legarsi: il gip di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura due anni fa e disposto una proroga di sei mesi dell’indagine, che si focalizzerà soprattutto sulle ultime ore di vita di Arianna Zardi e su alcune testimonianze da cui emergerebbero contraddizioni.

È il 30 settembre del 2001, una domenica. Verso le 13 Arianna Zardi, venticinquenne, iscritta al primo anno di Teologia a Brescia, esce dall’abitazione a Casalbellotto, una frazione di Casalmaggiore, nel Cremonese. Non ricompare. Il suo corpo senza vita viene ritrovato dagli zii due giorni dopo in aperta campagna, sotto il ponticello di un canaletto di irrigazione, all’epoca asciutto, tra Motta Baluffi e Torricella del Pizzo. Nel 2015 il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, apre un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. Nel gennaio la salma di Arianna viene esumata per l’autopsia.

Sara Zardi non ha mai creduto né all’ipotesi del suicidio né a quella della disgrazia. Ha cancellato le parole ‘cold case’ dal suo vocabolario di inglese. Assistita dall’avvocato Giovanni Bertoletti, non ha mai smesso di battersi. Verità difficile, sfuggente, protetta finora da una muraglia di dubbi, di interrogativi. Il ponte è alto cinque metri. Un’altezza che potrebbe essere insufficiente per provocare, nella caduta, tutte le fratture rilevate dall’autopsia, tutte sulla parte sinistra del corpo: al cranio, alle spalle e soprattutto quella al bacino (non evidenziata in un primo tempo), oltre a una frattura al metacarpo della mano destra. Anomala la posizione in cui è stato ritrovato il corpo, supino e non a perpendicolo con il ponte, ma a una distanza di cinque o sei metri da quello che avrebbe dovuto essere il punto di caduta. Una persona con il bacino fratturato sarebbe stata in grado di trascinarsi per tanti metri e addirittura di riprendere la posizione eretta, visto che macchie di sangue erano state notate sul muretto della chiusa?

Nell’ultimo sopralluogo non sono state ritrovate. Al loro posto fango e muffa. C’erano tracce ematiche anche sulla borsa, analizzate dal Ris di Parma insieme con i vestiti. Tracce troppo scarse per poter essere attribuite. Ma il particolare è importante: Arianna è stata colpita prima di essere gettata (o trascinata) nel canaletto? Sui jeans c’erano tracce di pneumatici o di suole di scarpe. La vittima è stata investita o ha ricevuto un colpo? All’interno dello slip e sui pantaloni della ragazza è stato individuato un "assetto genotipico complesso (relativo a più individui) misto fra la vittima e un soggetto di sesso maschile". Poco prima di morire la ragazza ha avuto un incontro, un rapporto?

“Nel 2001 - dice Sara Zardi -, quando si è verificata la tragedia, noi come famiglia ci siamo sentiti un po’ trascurati perché le indagini sono state piuttosto lacunose. Dopo la riesumazione, ci siamo sentiti invece accolti e abbiamo visto tutta l’attenzione da parte degli inquirenti. C’è stato un grande spiegamento di forze, di esperti, di lavoro. Gli inquirenti hanno dato il massimo, ci hanno messo il cuore. Le indagini alla fine si sono arenate ma hanno comunque portato alla scoperta di alcuni particolari in più. Informazioni, tasselli che possono contribuire a fare chiarezza. Un risultato importante è stato che in questa nuova fase è stato escluso il suicidio". "La fase - commenta l’avvocato Bertoletti - è sicuramente positiva, tenendo conto del fatto che oltre a noi, a Sara e a me, c’è qualcuno in tribunale che crede nella possibilità di arrivare a un chiarimento".