Cremona - Giro di vite contro la violenza giovanile. Per nove ragazzi, appena maggiorenni, sia italiani sia stranieri, la Divisione anticrimine della Questura di Cremona, parallelamente all’attività investigativa di natura repressiva condotta dalle forze di polizia del territorio, ha emesso altrettanti “avvisi orali“.
Si tratta di misure preventive che consentono all’autorità di pubblica sicurezza di intimare a chi tiene condotte ritenute socialmente pericolose di mutare stile di vita, con l’avvertimento che l’eventuale inadempienza comporterà l’adozione di “misure maggiormente afflittive“. Un segnale importante, che arriva dopo mesi in cui sono stati diversi e ripetuti i fatti di violenza che hanno colpito anche l’opinione pubblica cremonese.
I provvedimenti sono stati adottati considerando due fatti specifici, avvenuti sempre sul piazzale delle Tramvie, luogo dove ogni giorno transitano centinaia di ragazzi. L’ultimo caso in ordine di tempo è del primo marzo, quando un ventenne venne ferito da un coetaneo con pallini sparati da una pistola da softair. Gli uomini della Squadra mobile avevano svolto le indagini per far luce su quanto accaduto e il giorno successivo avevano provveduto alla perquisizione della casa del ragazzo che aveva esploso quei colpi, tra l’altro ripreso anche dal circuito di telecamere di videosorveglianza. I poliziotti però avevano dovuto fronteggiare una situazione paradossale: cinque giovani, per impedire il blitz degli agenti, li hanno accerchiati sotto casa del loro amico , insultati, spintonati e minacciati, tanto che sono dovuti intervenire in supporto altri equipaggi della Volante e dei carabinieri.
I cinque, già noti per i loro precedenti, hanno anche tentato di danneggiare le auto della Squadra mobile, saltando persino sui mezzi dei vigili del fuoco per impedire che aiutassero gli investigatori a salire nell’abitazione. Per finire, in una sorta di sfida alle forze dell’ordine, con i loro smartphone avevano ripreso tutto e pubblicato la scena sui social. Il 19 novembre si era verificato un altro episodio violento sempre nel piazzale, quando un ragazzo era stato aggredito da coetanei. L’attività investigativa della Mobile poggia su una profonda conoscenza del territorio, grazie alla presenza costante del personale in borghese nei principali luoghi di aggregazione e i numerosi controlli quotidiani.