Milano – “C’è un allarme genitori, anzi un allarme adulti. Per il quale occorre agire subito". Sergio Pedrazzini è il presidente del Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti. Sotto la sua regìa, un mare magnum di 184mila tesserati, dei quali 140mila bambini e ragazzi, per 100mila partite disputate ogni anno.
Presidente, qual è la reazione a caldo quando viene a conoscenza di episodi simili?
"La prima è sempre di sconcerto. Si portano dentro gli impianti sportivi comportamenti che sono insiti nella società, ma non hanno nulla a che fare con i valori dello sport. Da parte dei genitori, a volte, ma anche di addetti ai lavori, allenatori, dirigenti".
Cosa si può fare per arginarli?
"Nel caso specifico di Cremona, non conosco le persone e non voglio giudicare nessuno. Di certo, non si può arrivare ad alzare le mani in una partita di bambini: è inaccettabile. Il Daspo può essere utile, come segnale forte, ma è molto più importante un lavoro educativo e formativo alla base".
Come?
"Stiamo già agendo su più fronti, anche attraverso una specifica area sulla Responsabilità Sociale. È importante mettere in luce gli esempi positivi, che per fortuna sono la maggioranza. Abbiamo organizzato degli incontri insieme al Corecom sui temi del cyberbullismo, da quali è emerso che il problema spesso nasce dai comportamenti degli adulti, e stiamo programmando iniziative congiunte con il Centro sportivo italiano".
Non crede che urga un climate change nel calcio giovanile?
"Sì. C’è troppa enfasi, troppa tensione, che anche in questo caso nasce molto spesso dagli adulti e dalle loro aspettative, mentre bambini e ragazzi, dopo la partita, qualsiasi sia il risultato, pensano già ad altro".