
Il procuratore Roberto Di Martino
Cremona, 23 febbraio 2015 - Scoglio per i pm di Cremona che indagano sull'inchiesta Calcioscommesse, da Singapore arriva un no su tutta la linea alla rogatoria avanzata dalla Procura di Cremona all'autorità giudiziaria del Paese asiatico. A quanto si è saputo i singaporiani hanno risposto negativamente alla richiesta degli inquirenti italiani di poter sentire gli indagati che si trovano in quel Paese e di poter avere le carte dell'inchiesta di Singapore.
La risposta negativa di Singapore ha destato non poche perplessità in procura a Cremona anche perché gli asiatici non spiegano nemmeno la situazione giuridica in cui si trovano alcuni degli indagati che furono arrestati nel settembre del 2013. Non si capisce se siano ancora detenuti o a piede libero. Tra questi anche Tan Set Eng, detto Den, che, secondo il procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto di Martino, avrebbe avuto «il ruolo di capo di organizzatore» per realizzare, con gli altri indagati, «a livello mondiale, anche con ripartizione di zone territoriali di competenza tra alcuni associati, una pianificazione degli interventi illeciti, qualificabili come delitti di frode in competizioni sportive, nonchè di truffe, reati diretti ad influire sul risultato e ad alterare, in molteplici Campionati di calcio, in 'Coppe' nazionali e non, in partite internazionali, il naturale esito delle partite». Le perplessità degli inquirenti cremonesi derivano anche dal fatto che gli arresti del settembre di due anni fa (14, dodici uomini e due donne) furono eseguiti anche sulla scorta dei documenti raccolti a Cremona e forniti ai singaporiani. La risposta negativa alla rogatoria sarebbe motivata con un generico eventuale pregiudizio per le indagini.