
Ghost hunter al castello di Pandino
Pandino (Cremona), 11 ottobre 2020 - Una figura slanciata, elegante che sale le scale. È l’Ardita, il fantasma del castello di Pandino, così come è stato catturato da alcune delle strumentazioni del gruppo di “Ghost Hunter“ bresciani Hesperya, che ha svolto un’indagine nell’edificio il 15 dicembre dello scorso anno e che oggi presenterà al pubblico i risultati. Il soprannome l’Ardita lo deve al marito che durante la Grande Guerra fece parte del corpo degli Arditi e che tornò a casa con diverse ferite non guarite del tutto e morì poco dopo, forse a causa della grande epidemia di Spagnola, a soli 33 anni, accudito dalle cure amorose della moglie.
«Da una serie di domande abbiamo capito che c’è una sorta di storia d’amore: l’Ardita, fu una donna molto bella, giovane, alta magra, sempre con un copricapo in testa, che corrisponde all’anomalia che ho registrato", racconta Katia Celestini, del gruppo Hesperya. Ma veniamo a quanto accaduto e registrato nel castello. Il maniero visconteo di Pandino, che risale al 1355, di fatto negli anni della Prima guerra mondiale era una specie di condominio, in cui vivevano diverse famiglie. Solo negli anni ‘50 venne rilevato dal Comune e trasformato nel municipio. L’Ardita, morì 70enne e visse tutta la vita nel castello, al primo piano, proprio dove il suo fantasma è stato visto.
"Abbiamo effettuato un sopralluogo nel novembre 2019, per capire se ci fossero anomalie. Durante il sopralluogo, io ho aspettato un attimo per fare una panoramica, una fotografia normale. Quando siamo andati a casa ho visto che su questa scalinata c’era l’ombra di una figura femminile, si vede questo corpo che sale le scale. Quindi il mese successivo, il 15 dicembre 2019 abbiamo svolto l’indagine. Grazie al Comune che ci ha concesso il permesso e a Lisanna Marcarini e la signora Mariza che ci hanno guidato per le varie stanze del castello. Durante l’indagine, ripetuta la fotografia, la anomalia non si è ripetuta", spiega Celestini. L’indagine è durata quasi tutta la notte con la scoperta anche di una presenza maschile, forse il marito dell’Ardita. Con camere a infrarossi e strumentazioni che permettono anche di registrare le varie anomalie audio i Ghost Hunter bresciani hanno raccolto molto materiale.
«Abbiamo avviato una sessione di ricerca con domande e risposte registrate: avevamo il campo base nell’area che un tempo era l’appartamento dove viveva l’Ardita. Qui da subito ho chiesto se ci fosse un uomo: una voce maschile ha risposto “Ok“. L’abbiamo sentito tutti, abbiamo anche riprese video che mostreremo sul nostro sito – continua Celestini – Abbiamo chiesto se ha avuto figli, e lei ha detto “adesso basta....“, come se lei si fosse stancata". " L’entità maschile ha interagito non solo con le risposte, ma con forti colpi contro oggetti, quando chiedevamo se era qui con noi. L’entità maschile si è mostrata in alcune riprese video: Mattia Laude ha visto una grossa ombra nera che attraversa la videocamera in infrarossi nella sala degli affreschi, vicino agli alloggiamenti. Ho chiesto di interagire con noi facendo alzare o abbassare la temperatura, che noi verifichiamo con uno strumento: si è alzata di un grado".