PIERGIORGIO RUGGERI
Cronaca

Crema, da eroe nel rogo dello scuolabus dirottato a rapinatore confinato in comunità

Il 17enne che aveva contribuito a salvare i compagni nel 2019 è stato condannato per la violenta aggressione a un ragazzino

Il 20 marzo di 3 anni fa aveva fatto fallire il dirottamento di Ousseynou Sy

Da eroe del dirottamento del pullman a rapinatore, con condanna a restare un anno in comunità e l’esortazione a una condotta riparatoria, una volta tornato a casa. Protagonista un minorenne salito agli onori della cronaca più volte, per fatti diametralmente opposti. Nel 2019 era tra i ragazzi presi in ostaggio da Ousseynou Sy sul bus poi incendiato. E aveva contribuito, insieme ad altri coraggiosi studenti, ad avvisare le forze dell’ordine di quanto stava succedendo, permettendo un rapido intervento che aveva avuto come esito il felice epilogo della drammatica vicenda.

Per mesi, insieme ai suoi compagni di avventura, aveva ottenuto inviti a cerimonie ed eventi. Poi, quando le luci si sono spente, il giovane oggi 17enne ha preso una strada pericolosa che lo ha portato a commettere errori in serie, l’ultimo dei quali gli ha aperto le porte di una comunità di recupero. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è datata fine marzo 2022. In piena fiera di Santa Maria, nello spazio dedicato al Luna Park, un gruppo di giovani capeggiati da questo ragazzo, tutti minorenni, decidono di prendersela con un 14enne. Lo attorniano, gli rubano il cappellino e alla sua ribellione comincia il pestaggio.

"Lo hanno colpito con calci e pugni, picchiandolo selvaggiamente mentre era a terra. Per fortuna qualcuno ha visto cosa accadeva e quindi gli aggressori sono scappati, altrimenti mio figlio sarebbe stato ammazzato di botte. Tutto per un cappellino". È la testimonianza del padre del ragazzo picchiato che ha raggiunto poco dopo il figlio a terra, sanguinante, e l’ha fatto ricoverare. "I ragazzi presenti sono stati identificati – continua – ma non tutti sono stati considerati responsabili di quanto accaduto", conclude l’uomo. "Non abbiamo potuto presentarci come parte civile – spiega Corrado Locatelli, avvocato della parte lesa – e quindi non abbiamo avanzato alcuna pretesa".

Così ieri mattina il 17enne è comparso davanti al giudice del Tribunale dei minori. "Abbiamo scelto il rito immediato – spiega Paolo Sperolini, avvocato del ragazzo – perché è necessario chiudere questa brutta vicenda in fretta". Al termine dell’udienza il giudice ha concesso il perdono giudiziario al ragazzo, ma lo ha “condannato“ a restare un altro anno nella comunità che lo ha in custodia da qualche mese e lo ha pure “invitato“ a una condotta riparatoria, quando rientrerà a casa.