Crema – Serata con musica non autorizzata e il Comune ordina sette giorni di chiusura del locale. Il gestore non ci sta, fa appello, ottiene una sospensiva del provvedimento e poi porta in tribunale l’amministrazione comunale. Perché adesso vuole farsi pagare anche i danni.
A seguito di un sopralluogo effettuato il 19 luglio 2023, il comando di polizia locale e il commissariato di pubblica di sicurezza di Crema hanno contestato alla pizzeria “Il Mezzo“ di via Milano nel quartiere Ombriano di aver effettuato una serata con intrattenimento musicale senza la necessaria autorizzazione che doveva essere prima richiesta e poi rilasciata dalla autorità competenti.
Il Comune di Crema, contestata la violazione al proprietario de “Il Mezzo“, ricordando che un fatto analogo era già successo e sanzionato anche nel settembre 2021, ha ordinato la sospensione dell’attività per un periodo di sette giorni a partire dal 2 agosto.
A questo punto però la proprietà, che ritiene di essere nel giusto, si oppone e contesta la decisione davanti al Tar che in breve esamina la situazione e concede al ristorante di riaprire. Ma non finisce lì perché, dopo aver ottenuto dal Tribunale amministrativo di Brescia la sospensione del provvedimento e il permesso a riaprire immediatamente, il proprietario de “Il Mezzo“ chiede anche la condanna del Comune di Crema che deve essere obbligato al risarcimento dei danni subiti per i giorni di ingiusta chiusura patiti dall’esercizio commerciale. A originare la questione, è stata una serata musicale.
Per entrare nella pizzeria quella sera l’ingresso era a pagamento (dieci euro) e l’acquisto del ticket dava la possibilità di ascoltare la musica e vedere gli artisti impegnati e permetteva di ottenere una consumazione oppure si trattava di una serata a ingresso libero ma con consumazione obbligatoria (sempre a dieci euro)? Quando si tratta di regolamenti la forma è tutto e le interpretazioni a volte sono molteplici, proprio come in questo caso. Il 6 settembre ci sarà la seconda puntata, quando le parti si confronteranno in udienza in camera di consiglio per la trattazione collegiale e dove ci potrebbe essere anche un accordo tra i due litiganti in causa senza che ci sia la necessità di un pronunciamento del giudice.