
Diego Aiolfi, il gestore del bar del museo
Crema - «Valuto col mio avvocato di ricorrere contro la sentenza del giudice che mi ha dato torto. Purtroppo il suo giudizio non corrisponde a come sono andate le cose". È il parere di Diego Aiolfi, che proprio non ci sta a cedere la gestione del bar del museo con disonore, visto che il Comune gli revocato il mandato. E in più ha portato in tribunale anche il fatto che Aiolfi, in quattro anni, non ha mai versato un euro di affitto (5mila euro l’anno per un totale di 20mila euro, ndr ). E proprio da qui Aiolfi, che è gestore dell’agriturismo le Garzide di Crema, ha qualcosa da dire. "È vero che non ho mai versato l’affitto, ma non è vero che ho avuto diverse sollecitazioni. Ovvero, il Comune mi chiedeva oralmente di pagare, ma io ho sempre risposto di inviarmi la fattura e l’iban dove versare i soldi che avrei ottemperato. Senza queste formalità, come facevo e a chi avrei dovuto dare i soldi?".
Il mancato pagamento delle fatture è stato lasciato correre per oltre due anni. Poi, con l’insediamento in Comune di un nuovo ragioniere capo, i nodi sono venuti al pettine e si è arrivati alla sospensione del contratto. Aiolfi recrimina anche per il post lockdown. "Io ho aperto in cinque occasioni, rispettando i dettami del Dpcm, quindi ho ottemperato. In altre occasioni mi è stato chiesto di aprire il bar, ma non c’erano i requisiti di sicurezza. In merito alle proposte che avrei dovuto presentare per attirare clientela, ne ho avanzate. Se poi non sono state accettate è un altro conto. Mi è stato detto che non rispettavo gli orari di chiusura. Me lo dimostrino: non ho mai avuto una multa per questi motivi, quindi…".
Ma l’accusa più pesante che fa infuriare Aiolfi è proprio quella dei mancati pagamenti. Possibile che il Comune non possa inviare un pro-forma ai debitori, come fanno le maggiori aziende per tutelarsi in caso di mancato pagamento? Comunque Aiolfi in tribunale è andato sotto due volte, ma col suo avvocato pensa a un terzo round. "Il Comune parla con gli atti e gli atti parlano chiaro – dicono da Palazzo –: il provvedimento di risoluzione adottato dalla Giunta era fondato in quanto motivato da una serie di inadempienze, puntualmente contestate al gestore, compresa la violazione di alcuni obblighi contrattuali".