
L’avvocato Michele Barillà
Crema (Cremona), 11 marzo 2017 - Assolto perché il fatto non sussiste. Finiscono sei anni di calvario, che comunque lasceranno un segno profondo in Agostino Alberti, 85 anni di Crema, tanti anni di onorato lavoro terminati nel modo più brutto: il fallimento della sua attività che ha comportato il licenziamento di una quindicina di dipendenti, ma anche la perdita da parte sua di tutto il patrimonio, casa compresa. E un processo durato anni per bancarotta.
«Il mio assistito – dice con soddisfazione l’avvocato Michele Barrilà – è uscito pulito dalla lunga vicenda, ma segnato nello spirito e nel fisico. È malato e vecchio e in più ha perso tutto tentando di far fronte alla situazione che andava degenerando. Non ce l’ha fatta». La vicenda prende origine nel 2011. L’azienda, la Cava Alberti, mostra il fianco alla crisi sempre più grave. Il titolare cerca di metterci una pezza mettendo a disposizione il suo patrimonio.
Quando la ditta è in amministrazione controllata ed è retta da un cda del quale lui fa parte, vengono emesse cambiali per 800mila euro che non vengono onorate e portano al fallimento, nonostante Alberti impegni tutto il suo capitale. Ne è seguito un procedimento penale perché la Procura di Crema prima e di Cremona dopo, lo aveva ritenuto responsabile di aver emesso quelle cambiali nel periodo in cui era vietato. Nei giorni scorsi al tribunale di Cremona l’ultimo atto. Il pm ha chiesto due anni e mezzo di galera per bancarotta, ma l’avvocato ha dimostrato che non vi era la possibilità di contestare il reato a una persona precisa, come vuole la legge e che era, in questo caso, il suo assistito, in quanto il cda era composto da sei persone e nessuno aveva chiesto di requisire i verbali delle assemblee.
In questo modo non vi era possibilità di provare che le cambiali fossero state emesse per espressa volontà di Alberti. La tesi dell’avvocato Barrilà è passata e il giudice Francesco Sora ha respinto le richieste del pm Paolo Tacchinardi e ha mandato assolto con formula piena l’imputato. «Sono contento per lui – ha concluso il legale – anche se il problema per il mio assistito resta. Ha lavorato duramente una vita e si ritrova con nulla». Alberti sta per perdere la casa di famiglia, una villa a Ombriano, che è stata pignorata e a breve andrà all’asta.