PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Cremona è la città più inquinata d’Italia: città ostaggio del clima tropicale e dello smog

Maglia nera in Italia e terza in Europa secondo il report dell’agenzia Ue. Primo effetto: boom di notti tropicali e bombe d’acqua che hanno causato i recenti danni e disagi

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Smog a Cremona

Cremona – Notti tropicali record a Cremona. Questa espressione indica un evento climatico estremo in cui la temperatura notturna non scende al di sotto dei 20 gradi. Con 84 notti il capoluogo cremonese è secondo solo a Milano (101) e lo scorso anno ha contato un numero doppio di notti calde e umide registrate a Lodi (40 come Bergamo). È di 79 il numero di notti da clima estremo raggiunto da Monza e 70 in quella di Brescia. Secondo le rilevazioni di Copernicus, il programma europeo che si occupa di rilevazioni satellitari che ha diffuso i dati, il fenomeno colpisce di più il sud, la Pianura Padana e le città densamente urbanizzate.

La tropicalizzazione del clima quindi non passa solo dall’aumento di frequenza di bombe d’acqua, grandinate e temporali di forte intensità, ma anche da bolle di umidità e caldo. Non è un caso che nelle ultime tre settimane a Crema ci siano stati quattro allarmi per le piene del Serio, sempre più imponenti, fino a quella di giovedì che a Mozzanica è stata vicina a quattro metri di altezza sopra lo zero, mentre a Crema è arrivata a 2.50 metri, esondando nei terreni golenali da Sergnano a Montodine e arrivando anche a invadere le strade e le ciclabili limitrofe. Per arginare lo smog Crema è entrato nel protocollo regionale di regolamentazione del traffico in presenza di Pm10 superiori alla norma, dopo essersene sempre tirata fuori.

Ad aprire una serie di domande è comunque la situazione climatica e del tasso di inquinamento di Cremona, che registra numeri record in negativo. Secondo l’ultimo report pubblicato dall’European Environment Agency (Eea), il capoluogo cremonese è la città più inquinata d’Italia, con valori di Pm 2.5 cinque volte oltre la norma (23.3 µg/mc contro i 5 µg/mc indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità) e al terzo posto dopo la polacca Mowi Sacz e la croata Slavonski Brod.