Crema, 8 giugno 2023 – “La moglie di Mauro Pamiro è completamente estranea alla morte del marito. Le sue confessioni sono del tutto inattendibili". Lo ha sostenuto l’avvocato Mario Palmieri, difensore di Debora Stella, nell’udienza davanti al gip di Cremona, Giulia Masci. Veniva discussa in camera di consiglio l’opposizione dei legali dei genitori di Pamiro alla richiesta del pm Davide Rocco di archiviare la posizione della donna.
All’inizio dell’inchiesta Debora Stella era stata iscritta come atto dovuto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio volontario del marito, l’insegnante e musicista trovato morto la mattina del 29 giugno di tre anni fa, in un cantiere in via don Mazzolari.
Secondo l’avvocato Palmieri, la registrazione delle dichiarazioni della Stella, nel pomeriggio del 29 giugno nel commissariato di Crema, dimostra come la donna non fosse presente a se stessa (sarebbe stata poi ricoverata per quindici giorni nel reparto di psichiatria) quando dichiarava di avere colpito il coniuge alla testa con un bastone o un ceppo e che erano rimaste copiose tracce di sangue. "Tutto smentito – ha sostenuto il difensore – dal supplemento di indagine. In giardino, in casa, sull’auto, non è stato trovato sangue, pur avendolo cercato con il Luminol. Sulla testa di Pamiro non ci sono lesioni".
I legali della famiglia, Antonino Andronico e Gian Luigi Tizzoni, hanno spiegato i motivi per cui si oppongono all’archiviazione. Il frammento di tegola trovato accanto alla testa del cadavere non può essere quello che ha provocato la lesione sulla fronte, rotonda e profonda, tanto che in un primo tempo si era pensato a un colpo di arma da fuoco ed era stato effettuato lo stub. Sulla testa c’era quello che potrebbe essere il segno di un colpo. È stata prodotta una consulenza del professor Massimo Iuliano, docente all’università di Pisa, sul filmato delle telecamere che riprendono la camminata di Pamiro nella sua ultima notte di vita. Pamiro non si ferma nel cantiere di via Camporelle, lo oltrepassa per circa 150 metri, imbocca in via San Francesco, attraversa, arriva in via Cabrini. Non è più ripreso al ritorno. Non è chiaro se camminava scalzo (come venne ritrovato e come è certa la Procura) o no.
"Se Pamiro – hanno sostenuto Andronico e Tizzoni – quel sabato sera avesse calzato i sandali, la moglie dovrebbe spiegare come mai, il giorno dopo, li avesse indosso lei". Il gip, al termine dell’udienza di un’ora e mezza, si è riservato la decisione.