PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

La Faster di Rivolta d’Adda va a fuoco nella notte: operai costretti a fuggire per mettersi in salvo

Nel capannone un grosso compressore è stato colpito da una fiammata. Pompieri al lavoro per quattro ore e danni ingentissimi: inagibili tremila metri quadrati

Pompieri al lavoro (foto d'archivio)

Rivolta d’Adda (Cremona) – Danni ingentissimi alla Faster di Rivolta d’Adda, leader mondiale nella produzione di innesti rapidi, innesti idraulici, componenti idraulici e altri innesti per l’industria, interessata la notte passata da un virulento incendio. L’allarme è arrivato ai vigili del fuoco di Crema e di Treviglio qualche minuto dopo le 3 di mercoledì.

Nel grande capannone dove lavorano oltre 200 addetti, un compressore di notevoli dimensioni è stato interessato da una fiammata, probabilmente originata da un malfunzionamento dell’impianto elettrico che alimenta la grande macchina. Il fuoco ha conquistato rapidamente spazio, nonostante le maestranze impegnate nel turno di notte – alla Faster si lavora a ciclo continuo – abbiano cercato di arginare il fuoco.

In breve però è stato chiaro che nessuno sarebbe riuscito non solo a spegnere l’incendio, ma anche solo a contenerlo e così i dipendenti si sono messi in salvo prima che l’interno del capannone potesse diventare una trappola mortale. Attraverso grandi porte che erano aperte i dipendenti si sono riversati nei cortili, lontano da fuoco e fumo.

Da Crema e da Treviglio sono arrivate due squadre di vigili del fuoco, che hanno cominciato a spegnere l’incendio. Nel frattempo però le fiamme avevano attaccato già buona parte del magazzino e i pompieri dapprima hanno dovuto cercare di impedire che aggredissero l’intera struttura, quindi di domare l’incendio e spegnerlo.

Un lavoro lungo e difficile, che è arrivato alla fine solo dopo quattro ore di dura lotta. Quando l’incendio è stato debellato, i vigili del fuoco hanno cominciato a controllare l’ampia struttura. Il fuoco aveva intaccato pesantemente anche il tetto del capannone e così, al termine dell’ispezione, circa 3mila metri quadri dello stabile sono stati dichiarati inagibili e dovranno essere controllati per verificare se sia possibile un recupero o si debba demolire e ricostruire ex novo. Verso le 7 il lavoro dei due distaccamenti dei vigili del fuoco era terminato.

La notizia si era già sparsa per il paese. A breve sono arrivati gli operai del primo turno diurno e quelli che già presenti nel capannone sono stati rimandati a casa. Si sta discutendo di metterne una cinquantina in cassa integrazione fino al recupero della struttura andata distrutta o di ricollocarli temporaneamente in altri reparti.