
Le nutrie non c’erano in questa zona prima degli anni Settanta. Gli ibis forse derivano da esemplari sfuggiti ad aree protette
Negli ultimi anni si è verificato l’arrivo di specie esotiche o aliene in provincia di Cremona e, in particolare, nel territorio cremasco. Queste nuove presenze sono dovute principalmente alle azioni umane, che hanno provocato un’alterazione degli equilibri presenti nell’ecosistema.
Uno degli animali che è oggi presente, ma che non lo era prima degli anni Settanta è la nutria o castorino. Esso è stato importato perché veniva impiegato per produrre pellicce pregiate. Tuttavia, come spesso succede, la moda passa e gli allevatori hanno liberato nell’ambiente gli esemplari, senza badare ai danni ecologici che avrebbero potuto causare. Infatti oggi l’animale è grandemente proliferato e dà numerosi problemi, soprattutto agli agricoltori, che devono fare i conti con le gallerie scavate a mo’ di tana da tali roditori, le quali possono determinare ad esempio il ribaltamento di mezzi pesanti. Per scongiurare questo pericolo le autorità hanno cercato di adottare azioni di contenimento, volte a diminuire il numero di esemplari.
Un altro animale che frequenta i fossi del Cremasco e che è presente solo da alcuni anni è il gambero rosso della Louisiana, soprannominato “gambero killer”, perché ha contagiato la specie autoctona con la peste del gambero, una malattia che ha portato quasi all’estinzione degli animali locali.
Per quanto riguarda invece i pesci, una delle presenze esotiche che ha ferito di più l’ecosistema è il siluro, grande specie ittica originaria del bacino del Danubio, che raggiunge perfino i due metri di lunghezza. Alcuni esemplari sono stati ritrovati nel fiume Serio e tale rinvenimento si contrappone alla riduzione di esemplari appartenenti alle altre specie ittiche, in quanto il siluro si ciba degli altri pesci e anche del loro nutrimento. La proliferazione del siluro è anche determinata dal fatto che non esistano predatori.
La presenza di alloctoni ha anche determinato un inquinamento genetico, poiché l’accoppiamento di specie diverse ha prodotto degli ibridi. Si perdono così le caratteristiche peculiari e originali di alcune specie italiche.
Infine il territorio in questione è ora sede permanente di una specie ornitologica particolare: l’ibis sacro del Nilo. Si tratta di un tozzo trampoliere con il becco ricurvo nero e il piumaggio bianco. Il suo arrivo nel Cremasco è forse dovuto alla fuga dell’animale da un’area faunistica.
Per quanto riguarda il futuro non è auspicabile che arrivino altri animali; tuttavia questo fatto è certo, dato che l’uomo ha da sempre cercato di controllare la natura per scopi egoistici e questa tendenza purtroppo si ripresenterà anche nei giorni a venire, se i progetti di conoscenza e sensibilizzazione non andranno a buon fine.