Cremona, 15 agosto 2023 – «Sabrina l’avevo vista nascere. Era mia sorella ma era come se fosse mia figlia». Parola di fratello, dolore di fratello. Gregorio è uno dei fratelli di Sabrina Beccalli. A tre anni dalla notte di Ferragosto del 2020, a Crema, quando Sabrina concluse il suo viaggio nella vita durato solo 39 anni. Gregorio, Teresa e Simona attendono la Cassazione.
«Speriamo – dice Gregorio – nella conferma della condanna di Alessandro Pasini. Intanto il ricordo di Sabrina rimane vivo. Soprattutto in questi giorni sentiamo vicini tutti i parenti e tutti gli amici».
Lo scorso 10 marzo la Corte d’Assise d’appello di Brescia, ribaltando il verdetto di assoluzione uscito in primo grado a Cremona, ha inflitto una condanna a 18 anni e otto mesi a Pasini, l’uomo che trascorse quella notte in compagnia di Sabrina in un appartamento in via Porto Franco. Pasini (oggi 48enne) è stato ritenuto colpevole di omicidio volontario, distruzione di cadavere (il corpo della donna caricato sulla sua Fiat Panda, data alle fiamme nelle campagne di Vergonzana) e danneggiamento dell’auto, reati uniti dal vincolo della continuazione.
«L’evento mortale è stato cagionato proprio da una condotta violenta da nessun altro agita se non da Pasini, i cui effetti si sono poi riscontrati sul cranio della vittima», hanno scritto nella sentenza i giudici bresciani.
Gregorio Beccalli ha il volto della sorella tatuato sull’avambraccio sinistro. «L’ho fatto per averlo con me per tutta la vita. Ho visto nascere Sabrina nella nostra casa, quartiere San Berardino. Avevo 9 anni. Ho aspettato tutta la notte sulle scale. Al mattino ho visto mia madre partorire e Sabrina che usciva a testa in giù. Per questo per me era come una figlia». Tre anni. «Tre anni di inferno. La nostra speranza, come fratelli è quella di ritrovare un po’ di serenità. Noi quattro eravamo abituati a sentirci tutti i giorni. Da quando non c’è più Sabrina, ci sentiamo un po’ meno. Come se fosse mancato qualcosa e si fosse creato un vuoto. Mio padre è morto nel 1997 in un incidente sul lavoro. Mia madre è stata portata via dal Covid. Una disgrazia, una epidemia. È la vita. Ma non posso accettare che a mia sorella la vita sia stata tolta». E se un giorno, camminando per Crema, incontrasse Pasini? «Mi conosco. Spero che questo non succeda mai. Lo spero per me e lo spero per lui». Una messa verrà celebrata oggi alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Bernardino fuori le mura da don Lorenzo Roncalli.