PIZZIGHETTONE (Cremona)
In un contesto storico in cui le parole chiave sono tecnologia e velocità, figure professionali come quella dell’artigiano stanno scomparendo. E il futuro per loro è incerto. Esistono però ancora delle eccellenze: un esempio ne è Mauro Patrini, 59 anni, residente a Pizzighettone e artigiano dal 1987. "Da ragazzo ho iniziato a lavorare come pavimentatore, ma ho arricchito la mia formazione come artigiano frequentando prima l’istituto CFP di Cremona e poi il Centro Europeo di Formazione degli Artigiani di Venezia", racconta. Ed è proprio negli anni di formazione che tra le varie tecniche apprese, dall’affresco al marmorino, dai calchi al seminato, che ha deciso di specializzarsi nella produzione di scagliola/stucco marmo. "Parliamo della scagliola carpigiana, che nasce a Capri nel tardo Cinquecento – spiega Patrini –. Si tratta di gesso mescolato a colle animali o pigmenti, da cui viene ricavato un effetto marmo. Inizialmente è stata utilizzata per la creazione di piccoli manufatti come paliotti e altari, per poi diventare architettura, ovvero applicazione a muro o a pavimento".
Ed è proprio dalla pavimentazione in scagliola che ha inizio la carriera di Mauro. Nel 2000 infatti, gli viene commissionato il rifacimento del pavimento della Coffee House a Roma nel Palazzo del Quirinale, lavoro che esegue con Maurizio Feliziani, noto scagliolista italiano, e il maestro Patrick Tranquart. "Questa prima collaborazione ci ha poi portato a West Palm Beach, in Florida, per realizzare imponenti decorazioni in una villa privata su commissione dell’architetto newyorkese Peter Marino". La collaborazione con Feliziani e Tranquart è poi ripartita nel 2023, con una chiamata importante arrivata da Parigi per completare le decorazioni in scagliola negli appartamenti estivi della Regina Anna d’Austria nel Museo del Louvre. "La prima decorazione risaliva al 1929 ma una stanza rimase incompiuta – ricorda Patrini –. Per completare il lavoro sono stati 156 i metri quadri di scagliola da applicare, e soprattutto da levigare e stuccare poi, il tutto rigorosamente a mano. Il risultato finale è stato davvero apprezzato e l’inaugurazione della stanza è stata fatta a giugno". La complessità del progetto ha richiesto sia competenze di restauro che di decorazione, infatti l’obiettivo del museo consisteva nel riprodurre il pattern utilizzato nei primi anni del Novecento. Il team di cui fa parte Mauro Patrini ha inoltre da poco concluso un importante intervento a Vienna, nel Palazzo Clam-Gallas per un restauro conservativo delle pareti in scagliola già esistenti nell’edificio. "Abbiamo pulito le pareti e rifatto le parti mancanti o eccessivamente ammalorate. Il progetto è durato due mesi e si è trattato di un restauro piuttosto complesso a causa delle condizioni in cui versavano le scagliole, danneggiate dalle infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto. Come già al Louvre, il risultato ha lasciato i committenti stupiti e soddisfatti". Il 59enne ha però deciso anche di applicare all’arte la tecnica della scagliola, realizzando nella sua carriera opere che oggi si trovano in alcune delle più importanti collezioni. "Nelle mie opere, la tecnica antica, le superfici levigate, i colori, i materiali, le forme mirano a suscitare nell’osservatore sensazioni tattili e visive, a lasciar fluire pensieri, idee, emozioni attraverso un filo invisibile che unisce passato, presente e futuro". Infine Patrini, ora anche insegnante nel suo laboratorio di Pizzighettone è fermamente convinto dell’importanza di tramandare la tecnica. In questo contesto si inseriscono tra gli altri i suoi workshops a Shanghai, alla facoltà di architettura di Suzhou e al “Let’s talk 101“ del Susas Building. "Oggi visibilità e denaro sono i nuovi dèi e si crede che tenere per sé il proprio know-how sia garanzia di successo e di poca concorrenza, ma in questo caso non è così. La tecnica della scagliola rischia di scomparire proprio perché è lontana dalle logiche del mondo moderno. La difficoltà ora è trovare giovani disposti ad apprendere questa e numerose altre tecniche per ridare modernità alla figura dell’artigiano".