Crema (Cremona), 3 settembre 2020 - Quei reperti, quasi tutti ossa, trovati sulla Panda di Sabrina Beccalli data alle fiamme, sono di natura umana o animale? E nel primo caso sono riferibili alla donna di Crema scomparsa nelle prime ore del giorno di Ferragosto? E allora, a seconda delle risposte, quello poi distrutto in un inceneritore, era la carcassa carbonizzata di un cane, come hanno stabilito due veterinari, oppure il corpo di Sabrina? E ancora, su quelle ossa ci sono segni di violenza o tracce di sostanze? Un grappolo di interrogativi che pesano come macigni sul giallo di Crema. Per scioglierli sono al lavoro tre esperti: l’anatomo patologo Cristina Cattaneo, l’antropologa Debora Mazzarelli, il tossicologo Domenico Di Candia.
Nella tarda mattinata di ieri hanno ricevuto l’incarico dalla procura di Cremona con questa formulazione: «Accertino i consulenti tecnici d’ufficio, previa analisi dei reperti rinvenuti all’interno dell’auto carbonizzata, appartenente alla parte offesa e consistenti in frammenti di ossa e tessuti, la natura umana o animale di tali reperti, nonché l’eventuale appartenenza dei resti a Sabrina Beccalli. Accertino inoltre se siano riscontrabili sui reperti segni di lesività meccanica o chimico tossicologica o quant’altro utile ai fini di giustizia». Sessanta giorni di tempo dall’inizio delle operazioni peritali, l’8 settembre.
Al pool di consulenti sono stati consegnati diverse picole ossa e alcuni tessuti. Prima di procedere alla comparazione genetica, si dovrà stabilire se i resti sono umani o animali. Nel primo caso, si vedrà se appartengono a Sabrina Beccali. Saranno i consulenti a indicare quali oggetti appartenenti alla donna riterranno utili per la comparazione. I fratelli hanno dato la loro disponibilità. Per ora è stata messa a disposizione del pool una panoramica delle arcate dentarie, da mettere a confronto con un frammento di mandibola a cui sono attaccati due denti.
Garofano. L’avvocato Antonino Andronico, legale dei fratelli di Sabrina, ha calato una carta “pesante” nominando suo consulente il generale in congedo Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma. Il celebre investigatore e biologo sarà affiancato da Edi Sanson, per oltre trent’anni al nucleo investigativo dei carabinieri di Udine. Sanson, brigadiere in pensione, esperto di scene del crimine, si è occupato di casi come il “mostro di Udine”, misterioso serial killer che fra il 1971 e il 1989 assassinò tredici donne in Friuli. Il medico legale Angelo Grecchi è il consulente nominato dall’avvocato Paolo Sperolini, difensore di Alessandro Pasini, in carcere accusato dell’omicidio di Sabrina Beccalli, distruzione di cadavere, crollo di costruzioni.
Il cellulare. Una novità che risale al 24 agosto, affiorata solo ora. Il cellulare di Sabrina è stato ritrovato verso mezzogiorno in via Dosso Morone, a Crema, nei pressi di un casello abbandonato a poche centinaia di metri sia dalla casa di Sabrina sia da quella di Pasini. A notarlo è stata una passante che ha chiamato i vigili del fuoco. L’apparecchio era bagnato. Nei pressi c’è anche un fossato. I sandali. Alessandro Pasini sostiene di avere dato fuoco alla Panda di Sabrina con a bordo il corpo dell’amica, stroncata da un’overdose. Gli zatteroni erano in una chiusa del canale Vacchelli, a Salvirola. Teresa, una delle sorelle, li ha riconosciuti per due volte.