PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

La storia di Stefano Airini, il carabiniere diacono: “La fede nella giustizia”

Romanengo, l’impegno da militare. Poi la conversione e la missione. Scuole per i bambini in Congo. “Oggi la prima messa nel nuovo ruolo”

Il luogotenente dei carabinieri Stefano Airini in uniforme e con la talare da diacono permanente

Romanengo (Cremona) – L’Arma, ma anche la Chiesa. Il codice penale e il Vangelo. C’è un carabiniere cremasco tra i sei nuovi diaconi permanenti nominati ieri nella basilica di Reggio Emilia dall’arcivescovo Giacomo Morandi. È il luogotenente Stefano Airini, originario di Romanengo, figlio del maresciallo Quirindo Airini, per molti anni presenza fissa nella caserma di via Meneghezzi a Crema e poi in quella nuova di via Macallè. Stefano Airini per 13 anni ha comandato la caserma di Brescello, paese lungo il Po, dove vive con la sua famiglia. Stefano ha 55 anni ed è attualmente in servizio come Comandante del Nucleo Comando della Compagnia di Parma, dove è arrivato nel 2016, dopo aver lasciato Brescello e dove ricopre questo incarico dal 2017. Stefano è sposato con Monica, impiegata, e con la moglie il sottufficiale è tra i soci fondatori dell’organizzazione di volontariato missionario Sochrea che opera nella Repubblica democratica del Congo.

Come è nata questa vocazione?

“Molti anni fa. Il merito è di mio papà Quirindo e di un amico, Edy Bonvini. Parliamo di conversione. Mio padre era molto religioso. Io e mia moglie non riuscivamo ad avere figli e la cosa ci preoccupava. Un giorno, era il 2001, e io ero di stanza a Monticelli, mio padre con Edy venne a trovarmi. Mi parlarono del Signore e di Medjugorje. Da qui è partito il mio lungo cammino di conversione”.

Cosa è successo?

“Io e mia moglie siamo andati a Medjugorje, con un viaggio organizzato dal prete cremasco don Gino Mussi. Il percorso della fede è stato lungo, ma ricco di soddisfazioni. Ho sentito la necessità di approfondire l’argomento religioso, di trovare risposte e così ho frequentato la scuola di teologia, superando 24 esami”.

Figli ne sono arrivati?

“No, ma abbiamo fondato l’organizzazione di volontariato Sochrea, che opera in Congo. Abbiamo già costruito due scuole, una per 500 e l’altra per 300 bambini e adesso stiamo costruendo una chiesa. Siamo già al tetto. Non vediamo l’ora che sia finita per andare a inaugurarla. Sarò là nel mio nuovo ruolo di diacono”.

Un carabinieri che diventa diacono. Sul lavoro come l’hanno presa?

“Non è stato facile ma per me è stato utile. Vedevo le miserie degli altri ed esploravo le mie miserie. Nell’ambiente militare non è semplice portare avanti la fede religiosa. Ma ho visto che a poco a poco i colleghi si avvicinavano. Quando erano di fronte a difficoltà, subivano un lutto, erano oppressi da qualche problema mi cercavano perché in me e nella parola di Dio che dicevo loro trovavano conforto”.

Stefano Airini da ieri diacono della madre Chiesa, oggi alle 10.30 a Brescello sarà sull’altare per la sua prima messa da diacono. Alla cerimonia saranno presenti anche i familiari cremaschi, molto orgogliosi di questo nuovo ruolo, il fratello Marcello, la moglie e i tre nipoti.