
L'auto finita nel Po: sono stati recuperati due corpi, quelli di Stefano Del Re e Lorena Vezzosi, di 53 e 51 anni. Si tratterebbe di femminicidio e suicidio
Rimini, 5 luglio 2024 – Sono l’infermiere Stefano Del Re e l’ex moglie Lorena Vezzosi, di 53 e 51 anni, originari del Casalasco (Cremona) e residenti a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, le due persone trovate morte la notte scorsa dopo che con l’auto sono finite nel fiume Po in provincia di Cremona.
Non si tratterebbe però di un incidente, come era sembrato in un primo momento: gli inquirenti indagano per femminicidio – suicidio. La coppia era separata da qualche tempo.
Le immagini delle telecamere mostrano la donna immobile nell'abitacolo prima che la vettura finisca in acqua e l'uomo che poi cerca di salvarsi, spinto dall’istinto di sopravvivenza, aggrappandosi a una barca con la mano fuori dal finestrino del mezzo poi trascinato dalla corrente.

La tragedia è avvenuta alle 3.30 di notte vicino a Casalmaggiore, in provincia di Cremona al confine con quella di Mantova: la vettura coi due corpi è stata recuperata poco prima delle 8 di oggi dai vigili del fuoco.
L'inchiesta è coordinata dalla procura di Cremona e gestita sul campo dai carabinieri cremonesi in collaborazione con i colleghi romagnoli.
Dove è stata uccisa Lorena?
Non si esclude che la donna possa essere stata ammazzata prima.
Non è ancora chiaro dove sarebbe stata uccisa, se in provincia di Rimini nella casa di Santarcangelo dove viveva assieme ai due figli e da dove Del Re se n’era andato da qualche tempo oppure durante il tragitto tra Emilia e Lombardia o ancora nel Casalasco, poco prima di finire nel Po.
I sospetti e quel rapporto al capolinea
A far sospettare gli inquirenti il fatto che il rapporto tra i due fosse in crisi negli ultimi tempi.

Il sopralluogo a Santarcangelo, nel Riminese
I carabinieri sono stati per un sopralluogo accurato e per fare rilievi nella casa dove viveva a Santarcangelo Lorena Vezzosi assieme ai figli.
I video che riprendono la tragedia
Sono due i filmati, sequestrati e visionati dai carabinieri della Compagnia di Casalmaggiore titolari delle indagini. L'orologio fissa le 2.56 e 33 secondi quando la Nissan arriva a velocità sostenuta, troppo sostenuta per la strada che stava percorrendo, sbatte contro un ostacolo e poi vola nell'acqua all'altezza dell'attracco.
Il mezzo finisce in acqua senza alcun tentativo di frenata. Come se il conducente avesse proprio voluto buttarsi nel Po.

La vettura, ripresa dagli occhi elettronici, galleggia per diversi minuti, passa sotto la passerella e di fianco all’attracco, trascinato dalla corrente. È in quel momento che le telecamere inquadrano la scena più drammatica: riprendono il conducente mentre dal finestrino, con un disperato tentativo, prova ad aggrapparsi a uno degli scafi attraccati.
Tutto vano perché l'auto sbatte contro la stessa barca e a causa del contraccolpo l'automobilista non riesce a mantenere il contatto.
Pochi secondi dopo, meno di dieci, le acque inghiottono la vettura.
Le ferite e l’autopsia
Secondo quanto emerge dalla una prima ispezione cadaverica, non risultano su di lei ferite evidenti, eccetto una che sarebbe compatibile con lo schianto. Sui corpi è stata disposta l'autopsia che dovrebbe essere eseguita lunedì 8 luglio.