Crema (Cremona), 19 febbraio 2017 - Lo scorso mese è stato eseguito nell’ospedale di Crema il primo trapianto di arteria, intervento chirurgico piuttosto raro che viene realizzato solo negli ospedali autorizzati dalla Regione. A portare a termine l’operazione è stata l’équipe medica del professor Aldo Arzini, primario del reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale Maggiore. «L’ospedale di Crema – dice il professor Arzini – non aveva l’autorizzazione per questo tipo di interventi. Quando sono arrivato qui dall’ospedale di Garbagnate, nove mesi fa, ho capito che c’erano le potenzialità giuste per ottenere questo permesso e a fine anno abbiamo messo insieme i requisiti necessari, ottenendo l’autorizzazione dalla Regione».
Poco dopo si è presentato un paziente che aveva estrema necessità di un intervento a una gamba, in quanto delle tre arterie presenti, due erano occluse e la terza era messa male. Il soggetto, maschio, 72 anni, cremasco, forte fumatore e arteriopatico, non aveva altre alternative se non quelle di impiantare un tratto di arteria artificiale o tentare il trapianto. È stato interessato il Monzino di Milano, dove c’è una banca dei tessuti e si è scoperto che in quell’ospedale avevano un tratto di arteria di 50 centimetri. L’operazione è durata sei ore. La preparazione dell’arteria da trapiantare richiede diverse fasi. Infatti, tutte le operazioni devono essere eseguite in sala operatoria. Il tratto di arteria arriva a una temperatura di -38 gradi e va scongelato mettendolo in acqua calda.
Dopodiché, si controllano i fori laterali, che sono quelli degli ingressi e delle uscite delle vene che portano o prendono sangue e si chiudono. Si fa una prova immettendo nel tratto di arteria dell’acqua per verificare che non ci siano perdite. A quel punto tutto è pronto. L’operazione è riuscita. Il pericolo di rigetto è scongiurato dal fatto che il tessuto viene prelevato da un donatore deceduto da poco e dal quale si espianta il possibile in tempi brevi. Il donatore deve avere un’età inferiore a 50 anni e non deve mai aver subito trombosi. «Il paziente è rimasto in reparto due settimane e poi è stato dimesso. Sta eseguendo una riabilitazione, ma per altre problematiche. Siamo soddisfatti per il risultato conseguito e anche perché da quest’anno l’ospedale di Crema ha acquisito una specialità in più che ben pochi ospeali possono vantare», ha concluso il professore.