PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Via Che Guevara o via San Francesco? La guerra del cartello divide Vaiano Cremasco

La giunta di centrodestra vuole cambiare: "Dedichiamo la strada al patrono d’Italia, un uomo di pace". Sinistra e residenti si mettono di traverso: “Non toccate nulla”

La manifestazione contro il cambio di nome; nel tondo, Ernesto Che Guevara

Vaiano Cremasco (Cremona), 3 ottobre 2023 – Una battaglia di firme per non far "sostituire un uomo di guerra con uno di pace", come da slogan coniato dall’Amministrazione comunale.

A Vaiano Cremasco, 3.700 abitanti della bassa lombarda, nel 2023 ci si potrebbe tranquillamente ambientare un episodio, postmoderno, di Camillo e Peppone. Sì, perché da un lato il sindaco, Graziano Baldassarre, e la sua giunta di centrodestra da poco insediata, vorrebbe cambiare il nome della via intitolata a Ernesto Che Guevara - qualche centinaio di metri di asfalto alla periferia dell’abitato tra prati e siepi ben ordinate - per il mite patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi. Dall’altra residenti (quasi all’unanimità) e un pugno di cittadini capitanati da Rifondazione comunista, invece si oppongono con forza. In mezzo la prefettura, chiamata a dare, o meno, il via libera all’operazione.

L’ultima schermaglia domenica mattina: Rifondazione comunista e simpatizzanti della battaglia si sono ritrovati davanti al municipio, proprio ai piedi della chiesa del paese, per raccogliere le firme dei cittadini di Vaiano che non vogliono che l’amministrazione cambi nome alla strada lasciandola così dedicata a Guevara.

"Abbiamo raccolto 300 firme - informa Piergiuseppe Bettenzoili, anima dell’iniziativa - e c’è da dire che ieri mattina non c’erano messe in quanto tutti erano a Monte Cremasco per l’ingresso del nuovo parroco, che è anche prevosto qui a Vaiano e a Palazzo Pignano. Quindi il risultato ottenuto è particolarmente importante".

Molte le persone che si sono fermate a dire la loro, anche perché il cambio di nome tiene banco da agosto facendo storcere il naso a moltissimi, a partire dai residenti. Nella via, infatti abitano 45 famiglie e sono state raccolte ben 50 firme per chiedere al sindaco di soprassedere. Una maggioranza, per restare in tema, bulgara: in pratica solo tre famiglie non hanno firmato l’appello. Anche se qui, più che l’ideologia, a tenere banco è il sacro timore delle complicazioni burocratiche che il cambio di intitolazione porterebbe con sé. "Dobbiamo sottolineare - spiega Andrea Ladina, esponente in Comune del gruppo dei Verdi - che questa maggioranza a maggio ha vinto per 19 voti e che se la sinistra si fosse alleata con noi oggi di certo non ci fermeremmo a queste iniziative".

Non hanno però alcuna intenzione di recedere gli uomini della maggioranza, che hanno già inviato la loro richiesta al prefetto sin dal mese di agosto e che stanno attendendo il via libera per procedere. Il vice sindaco, Palmiro Bibiani, è già intervenuto più volte sulla questione, smentendo che chi ci abita sia obbligato a rifare i documenti prima della scadenza naturale e che nessuno sarà costretto a sborsare dei soldi a causa del cambio di nome. Inoltre, sotto il nome della nuova via ci sarà la scritta “Già via Ernesto Che Guevara“ per non creare confusioni. Ma, naturalmente, le rassiurazioni servono a poco. E il Che continua a tenere duro.