Pandino – Più di 13mila chilometri percorsi, 500 dei quali lungo l’autostrada che attraversa una parte incontaminata della foresta pluviale amazzonica, 300 di Transpataneira e 500 su nave per una durata complessiva di 50 giorni nei quali sono stati attraversati sei Stati. Questi i numeri della Transamazzonica, l’ultima impresa del 68enne pandinese Maurizio Limonta che assieme al compagno di viaggio Luigi Amigoni, di Olginate, ha compiuto l’ennesimo viaggio in moto in America Latina. In sella, come sempre, alle loro Yamaha Tenerè 700. “Partiti da Montevideo - racconta Limonta - al confine con la Bolivia ci siamo imbattuti in blocchi stradali organizzati da minatori. Abbiamo offerto dei biscotti e ci hanno lasciato passare”.
I due centauri hanno proseguito fino al lago salato di Uyuni, con la sua incredibile distesa di sale e col termometro che segnava -6 gradi. Poi i due amici sono giunti alla Higuera, il villaggio dove venne ucciso Che Guevara. Poi verso il lago Titikaka, a 3.812 metri d’altitudine e verso il lago peruviano di Puno. “Lì - continua Limonta - abbiamo visitato le isole galleggianti degli Huros. È stato interessante capire la struttura delle isole, fatte di giunchi e ancorate al fondo del lago per evitare che vengano portate via dal vento. Altra tappa, Xapuri per la visita alla casa di Chico Mendez, l’uomo che portò avanti una protesta pacifica contro la deforestazione della selva amazzonica e che venne assassinato nel 1988 per mano di proprietari terrieri. Raggiunta Manaus, abbiamo preso un battello fino a Santarem per inoltrarci nel cuore dell’Amazzonia dove un pezzo è andato irreversibilmente perduta. Proseguendo, abbiamo fatto 146 chilometri di Transpantaniera. Infine le cascate di Iguazu”.