DANIELE RESCAGLIO
Cronaca

Cremona, torna al Museo del violino uno strumento di Rota costruito all'inizio dell'800

Il liutaio era attivo tra Settecento e Ottocento: la sua vita per certi aspetti rimane avvolta nel mistero

Il violino Rota del 1800

Cremona, 4 giugno 2020 - Torna a Cremona un violino di Giovanni Rota, liutaio attivo tra settecento e ottocento, abile e la cui vita per certi aspetti rimane avvolta nel mistero. Da domenica 7 giugno, infatti, sarà temporaneamente esposto al Museo del Violino, un violino di Giovanni Rota, autore poco conosciuto ma di sicuro rilievo nella storia della liuteria cittadina. Lo strumento, costruito all’inizio del XIX secolo, è attualmente proprietà del musicista Enrico Giovannini: accanto alle opere di Nicola Bergonzi, Lorenzo Storioni e Giovanni Battista Ceruti, lo strumento di Rota completa le testimonianze della realtà artigianale cremonese degli ultimi anni del Settecento e degli  esordi del secolo successivo. Un violino raro se consideriamo l’esigua produzione di Giovanni Rota, che mostra all’interno un cartiglio del suo Maestro, Lorenzo Storioni.

Il profilo della cassa armonica ricorda lo strumento della collezione della Royal Academy of Music di Londra, mentre l’intaglio della testa richiama il violino di proprietà della Fondazione Chi-Mei di Taiwan.  La figura di Giovanni Rota è piuttosto misteriosa. Poco si sa della vita del liutaio, attivo in città a partire dall’ultimo decennio del Settecento: epoca raccontata dagli storici della liuteria cremonese come il periodo del declino, dopo i decenni della massima gloria, successivo alla scomparsa dei grandi artefici nel decennio fra il 1737, anno della morte di Antonio Stradivari, e il 1747, quando spira Carlo Bergonzi.