
Mina e, a destra, il fratello Geronimo, morto il 29 maggio 1965
Cremona, 24 marzo 2025 – Domani, martedì 25 marzo, Mina, leggenda della musica italiana, compirà 85 anni. Un compleanno in cifra tonda, così come sarà in cifra tonda un anniversario di un evento triste per l’interprete di brani storici come “Le mille bolle blu” e “Grande, grande, grande”.
Fra poco più di due mesi, infatti, cadranno i 60 anni dalla morte di Alfredo Mazzini, il fratello di Mina, anche lui cantante. Una carriera spezzata a soli 22 anni, da un terribile incidente stradale.
Chi era
Alfredo Mazzini nacque il 23 aprile 1943, nel pieno del secondo conflitto mondiale a Cremona, dove la famiglia di Mina si era trasferita, da Busto Arsizio. La sua brevissima carriera da cantante si sviluppò all’ombra di quella della sorella, che proprio all’inizio degli anni ‘60 aveva iniziato a spiccare il volo verso le vette che toccherà a partire dalla metà del decennio.
Fu proprio Mina a scegliere per Alfredo lo pseudonimo di Geronimo, per una sua presunta somiglianza con il capo Apache dallo stesso nome, noto per il naso aquilino. Dopo gli esordi come chitarrista, in accompagnamento alla sorella insieme al gruppo I Solitari, da lui fondato, sempre su sprone di Mina, decide di lanciarsi nella carriera solista.

Inciderà cinque 45 giri, il primo dei quali, nel 1962, è accreditato ancora a Geronimo e i Solitari. Contiene i brani “La gente ci guarda” e, sul lato A, lo strambo “Agibudabar”, che porta anche la firma di Mina. Seguiranno, sempre per Italdisc – contatto che gli procurerà la sorella – altri quattro dischi, stavolta solo a nome Geronimo (salvo l’ultimo, “Quando dovrai partire”, pubblicato postumo).
Si distingue per una vocalità originale, oltre che per l’abilità nel suonare la chitarra. Il legame di parentela con quella che è ormai una stella affermata, al di là dell’indubbio vantaggio iniziale nella firma del contratto, porta anche ricadute negative, forse anche per l’etichetta da “raccomandato" che gli viene affibbiata. Quando Mina si esibisce al palazzo dello sport di Milano nel 1963, per esempio, Geronimo viene fischiato, tanto che rinuncia a esibirsi.
L’incidente

La vita e la carriera di Alfredo Mazzini si interrompono tragicamente, una notte di fine maggio del 1965, sulla statale 234 Codognese, nel territorio di Pizzighettone. L’auto su cui viaggia insieme a un amico dopo una serata a suonare in un dancing di Garlasco, raccontano le cronache dell’epoca, sbanda sull’asfalto, reso scivoloso dalla pioggia e finisce contro un albero e poi contro un terrapieno. Alfredo-Geronimo rimane incastrato fra le lamiere, morendo durante il tragitto in ospedale.
Dell’accaduto viene avvisato Corrado Pani, allora compagno di Mina, al quale tocca il compito di avvertire la cantante e la madre Regina, che si trovavano a Roma. Mina raggiunge l’ospedale il giorno dopo, quando Alfredo è già morto. “Ha baciato più volte il suo volto – si legge sui quotidiani – senza poter parlare”.