Crema (Cremona), 4 gennaio 2019 - Licenziate per Natale. Con l’aggravante che due dipendenti erano assenti dal lavoro perché in maternità. È successo a una dozzina di addette della società cooperativa Giaele che il 21 dicembre hanno ricevuto la lettera di licenziamento in quanto la coop stessa avrebbe cessato l’attività a fine anno, dopo aver rinunciato all’appalto che dava lavoro a soci e dipendenti. E stiamo parlando di una novantina di persone.
Da notare che le donne licenziate appartengono al sindacato, mentre le altre dipendenti hanno ottenuto lavoro presso una nuova cooperativa o presso la Violetta Cosmetics. Ma i licenziamenti sono stati impugnati dal sindacato Si Cobas, che da mesi segueo la vicenda della coop, che opera nel confezionamento dei cosmetici. La vicenda coinvolge anche la società Violetta Cosmetics, dove le lavoratrici a fine settembre venivano interessate dalla cessione di ramo d’azienda a Giaele. Tra le due società è in corso da anni un contratto di appalto per le medesime lavorazioni e committente e appaltatore sono madre e figlia. La Giaele ha stabilito la sua messa in liquidazione, con la chiusura della società e la cancellazione presso la Camera di Commercio a far data dal 1° gennaio di quest’anno, licenziando tutte le lavoratrici. Secondo il sindacato di base, in realtà si tratta di una chiusura fittizia, in cui l’imprenditore non fa altro che mutare nome, gli elementi di facciata, ma utilizza le stesse maestranze, le stesse apparecchiature e talvolta gli stessi locali, proseguendo con una nuova ragione sociale e precludendo quindi a tutti di poter recuperare i propri debiti perché relativi a una società non più esistente.
Inoltre la Giaele ha rappresentato il suo termine di esercizio al 31 dicembre con il subentro di un altro operatore che ha rilevato l’appalto al quale la Giaele ha rinunciato, senza che sia stata attivata la procedura prevista. Per questo motivo, fanno sapere dal sindacato, si procederà a una serie di scioperi e di ricorso a tutela delle dipendenti licenziate, affinché il lavoro venga riportato nella legalità e sottoscritto in base ai vigenti contratti nazionali. Peraltro le lavoratrici avevano già effettuato uno sciopero con serrata a fine ottobre contro le continue malversazioni nei rapporti di lavoro, dagli erronei trattamenti stipendiali subiti e dalle violazioni delle norme di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro.