Cremona, 3 giugno 2019 - Sono sempre di più le forme marchiate Provolone Valpadana Dop vendute in Italia e all’estero. I numeri della produzione crescono (il numero delle forme è salito del 4,2% nel 2018) ma aumenta anche l’export con un +15,8% nell’ultimo anno. Nel 2018, inoltre, le undici aziende del Consorzio del Provolone Valpadana (sono realtà grandi con le sedi in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige) hanno destinato solo a questa tipologia di formaggio il 20% del latte a disposizione con una crescita del 2%. E si è prodotto più “piccante” e meno “dolce”.
Il primo si distingue per l’uso di caglio di vitello e per una stagionatura che non supera i 2-3 mesi. Il secondo, invece, è caratterizzato dall’uso di caglio in pasta di capretto o agnello e per una stagionatura che va da un minimo di 3 mesi a oltre un anno. Per il Provolone Valpadana il principale mercato straniero è quello spagnolo, seguito dalla Germania e dalla Polonia. «In generale, però, questo formaggio registra buoni numeri dove le comunità italiane sono molto radicate come come in Canada, negli Stati Uniti e in Australia», racconta Libero Giovanni Stradiotti, presidente del Consorzio che ha sede a Cremona. Il prossimo obiettivo del Consorzio, però, è il Sud Est asiatico.
«Su suggerimento degli associati abbiamo verificato che ci sono buone opportunità in Corea del Sud, Giappone e Vietnam», spiega Stradiotti. I finanziamenti europei per la promozione dei prodotti all’estero verranno così utilizzati per far conoscere il Provolone Valpadana nei Paesi più lontani grazie ad attività come l’incoming: esperti stranieri vengono invitati a conoscere di persona i metodi di produzione visitando le aziende. E il Consorzio non sarà da solo perché per questo scopo vengono costituite associazioni temporanee di impresa con consorzi di vino, olio e salumi di altre zone italiane. «I giapponesi, poi, hanno fatto vedere un certo interesse nei confronti del nostro prodotto», spiega Stradiotti. Del resto, un legame tra il Sol Levante e Cremona esiste già con i violini come dimostrano i tanti asiatici che raggiungono la città per imparare l’arte della liuteria e poi restano in città per aprire una bottega.
In Italia, però, il lavoro del Consorzio si concentra anche nella divulgazione delle caratteristiche della Dop Provolone Valpadana nei confronti degli altri provoloni: «Abbiamo un rigido disciplinare di produzione e vengono fatti numerosi controlli – precisa Libero Giovanni Stradiotti – Sulla sicurezza alimentare le garanzie sono massime e, negli ultimi anni, abbiamo anche svolto degli studi che valutano nel dettaglio l’impatto ambientale del nostro prodotto e della sua filiera»