Crema (Cremona), 3 novembre 2019 - Sarà ancora Mirko Signoroni il candidato alla presidenza della provincia e sarà certamente lui il vincitore delle elezioni del prossimo 23 novembre. Anche perché non c’è scelta. Sono state depositate le firme necessarie a sostenere la sua candidatura e adesso si attende solo il voto. Che sarà un voto solitario che vedrà votare gli esponenti del Pd e pochi altri. E neppure tutti perché la ricandidatura di Mirko Signoroni, detto lontano dai taccuini, non piace a molti. Alcuni ritengono che si sarebbe dovuto cambiare cavallo, altri che si sarebbe dovuto instaurare un dialogo con gli altri. Nessuna delle due cose ha avuto seguito e si andrà a votare per il candidato unico.
Ma negli ultimi tempi i mal di pancia si sono acuiti e hanno generato decisioni mai prese dalle nostre parti. Dapprima la Lega ha annunciato di non voler mettere in campo alcun candidato. Rosolino Bertoni, uscito sconfitto dalle urne lo scorso 25 agosto, si era da subito dichiarato indisponibile, anche perché la legge lo pone al di fuori della possibilità di candidarsi. Infatti il sindaco di Palazzo Pignano sarebbe nella condizione di non potersi ricandidare in quanto la norma prevede che chi si candida debba restare in carica nel paese dove è sindaco per altri 18 mesi dalla data della chiamata alle urne. Ora, Bertoni ha un mandato che scade nel 2021 e la possibilità della chiamata alle urne prima del 23 maggio. Inoltre, il primo cittadino di Palazzo Pignano è al secondo mandato e non può più presentarsi (né ne avrebbe voglia, come più volte dichiarato). Ma la di là del conteggio dei giorni che potrebbero escluderlo, Bertoni ha fatto osservare che sarebbe contraddittorio andare a votare, visto che la stessa Lega ha un ricorso pendente in tribunale in merito alla vicenda dell’elezione dello stesso Signoroni, dichiarato prima ineleggibile, ma poi anche incandidabile.
Il ricorso si discute il prossimo 12 dicembre: andare a votare venti giorni prima sarebbe una contraddizione in termini. A dire il vero ad astenersi, per lo stesso motivo, per primo è stato Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco, che ha visto approvato all’unanimità dal suo consiglio un documento nel quale si afferma che nessun consigliere di Casale andrà a votare per il presidente. Dopo questa presa di posizione, ecco arrivare quella della Lega e a ruota, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Nulla di nuovo sotto il sole fino a ieri mattina, quando è arrivato il comunicato dei Verdi e di Rifondazione comunista, dove si comunicava che anche da quelle parti non ci si sarebbe presentati. Tuttavia, qui il motivo è diverso. Secondo questi gruppi, le elezioni di secondo livello sono uno schiaffo alla democrazia: tutti hanno diritto al voto e quindi tutti devono poter votare per il presidente (e i consiglieri). Per cui le elezioni riservate agli amministratori non vanno bene e non ci si presenta.
A questo punto mancano solo due raggruppamenti: la Sinistra e i grillini. Entrambi non hanno ancora preso una posizione ufficiale, ma per quanto riguarda la Sinistra l’orientamento è quello di non presentarsi: già ad agosto si era scelto di non votare Signoroni in quanto nessuno li aveva contattati né per scegliere il candidato né per concordare un programma. Il gruppo pentastellato aveva dichiarato di votare per Signoroni poche ore prima dell’apertura delle urne, lo scorso agosto. E probabilmente lo rifarà. Per cui, tutti a votare Signoroni. Restano i vari amministratori di centro destra dissidenti che fanno capo a Simone Beretta e che la volta scorsa hanno contribuito alla vittoria di Signoroni. Il fronte sembra compatto e si pensa che quasi tutti, se non tutti, si presenteranno. Con la possibilità di essere così individuati e considerati eretici.