REDAZIONE CRONACA

“Attanasio fu giustiziato nella foresta”: ora in sei rischiano la pena di morte

Chiesta la sentenza capitale. L’ambasciatore italiano, originario di Saronno, venne ucciso in Congo nel febbraio del 2021

Kinshasa (Repubblica democratica del Congo) – Pena di morte. A Kinshasa è stata chiesta la pena massima contro i sei uomini processati da un tribunale militare per l'omicidio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio nel febbraio 2021, avvenuta nell'est della Repubblica Democratica del Congo.

Luca Attanasio
Luca Attanasio

La sentenza capitale è spesso richiesta e comminata nel Paese africano in casi di sicurezza nazionale, ma non viene applicata da vent’anni ed è sistematicamente commutata in ergastolo.

Nonostante la ventennale moratoria, a determinare la richiesta pena di morte per i presunti responsabili dell'uccisione dell'ambasciatore Luca Attanasio sono state le accuse di “associazione a delinquere” e “omicidio volontario”: è quanto risulta dal Codice penale congolese e da informazioni circolate a Kinshasa. Agli imputati il pubblico ministero ascrive anche il reato di “porto illegale di armi da guerra”, per il quale vengono comminati 20 anni di reclusione. Già per sabato è prevista una requisitoria della difesa.

L’agguato

A ricostruire quelle drammatiche ore è stato il procuratore militare, il capitano Bamusamba Kabamba, nella requisitoria per il processo Attanasio tenuta davanti al tribunale militare della guarnigione di Kinshasa-Gombe, riunito nella prigione militare di Ndolo: "Le vittime sono state rapite, trascinate nel profondo della foresta prima di essere giustiziate”. I cinque imputati alla sbarra, arrestati nel gennaio dell'anno scorso, sono detenuti in questo carcere. La condanna a morte è stata chiesta per tutti, incluso il capo, che è latitante. Durante le udienze, l'accusa aveva presentato gli imputati come membri di una “banda criminale” dedita alle rapine lungo le strade e che, inizialmente, non intendevano uccidere l'ambasciatore, ma solo rapirlo e chiedere un milione di dollari per il suo rilascio. Gli imputati presenti erano stati arrestati nel gennaio 2022. 

La ricostruzione 

Il 22 febbraio del 2021 l'ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, 43 anni, e il carabiniere Vittorio Iacovacci, 30 anni finirono in un’imboscata mentre erano a bordo di un convoglio Onu. L'agguato avvenne a una ventina di chilometri da Goma, nell'est della Repubblica democratica del Congo. L'ambasciatore ed il militare stavano viaggiando a bordo di un'autovettura della Monusco, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del paese africano, quando il mezzo è stato raggiunto da una raffica di spari. Attanasio, sposato e padre di tre figli, era originario di Saronno ma cresciuto a Limbiate, in provincia di Monza e Brianza. Morì dopo il trasferimento all'ospedale di Goma. Il carabiniere, invece, era orginiario di Sonnino, in provincia di Latina. Era distaccato all'ambasciata italiana in Congo da settembre dell'anno scorso. Morto anche l'autista della vettura attaccata.

Attanasio si trovava in uno dei due veicoli del Pam che doveva portare viveri tra Goma e Rusthuru. Al passaggio sulla strada nei pressi del parco dei Virunga, all'altezza del villaggio di Kanyamahoro vicino al monte Niyaragongo, i veicoli trovarono la strada bloccata da ostacoli, come pietre, posti appositamente per impedire il passaggio. Gli assalitori, spuntati dalla vegetazione, avrebbero poi sparato in direzione dell'autista, allertando gli abitanti dei dintorni, accorsi sul posto.