Milano - Di fronte all’inspiegabile “immobilismo“ o mano morbida della giustizia sportiva che talvolta non agisce con necessario rigore e altrettanta fermezza soprattutto per quel che riguarda le molestie sessuali nei confronti dei minori, la Federazione Italiana Sport Equestri e il Coni presieduto da Giovanni Malagò danno un segnale importante: la prima già questa mattina, nell’udienza con rito abbreviato nei confronti del tesserato M.T. accusato di violenza sessuale nei confronti di una bambina di 9 anni, si costituirà parte civile per stare accanto alla famiglia della piccola che ha denunciato gli abusi subìti nel 2019 all’interno di un maneggio nell’hinterland milanese. Il massimo organismo di Governo dello sport, invece, durante la Giunta di venerdì scorso ha deciso di estendere a tutte le Federazioni le sanzioni nei confronti di dirigenti, istruttori e tesserati che si “macchiano“ di reati gravi come la violenza sessuale. Questo nel timore, come nel caso in questione, che un istruttore possa ripetere tali deprecabili comportamenti in più ambiti sportivi.
Del resto è ciò che da tempo si auspicano molte società, “spaventate“ dalla reiterazione di certi atteggiamenti da parte di soggetti difficilmente individuabili. Per molti presidenti le federazioni sportive dovrebbero chiedere agli allenatori “fedine penali“ ed eventuali carichi pendenti, educarli e istruirli con percorsi di formazione obbligatori sul tema delle molestie e della violenza, fisica ma pure psicologica e verbale. E magari imporre regole più severe sulle trasferte, arrivando a vietare le sin troppo frequenti relazioni sentimentali tra allenatore e atleta (soprattutto se minorenne). Tutto ciò consentirebbe di rompere più facilmente il muro dell’omertà, visto che, come risulta dal “report“ presentato pochi mesi fa dalla Procura generale del Coni relativo agli anni 2014-2020, i casi censiti di abusi sessuali e pedofilia tra federazioni nazionali e discipline associate sono in tutto 96.
Gli sport con più procedimenti sono il calcio (22), gli sport equestri (20) e la pallavolo (13). Ma nel torbido sottobosco della violenza ci sono decine di situazioni che nessuno ha il coraggio di denunciare.