STEFANIA TOTARO
Cronaca

Accoltellarono un uomo per strada a Capodanno 2023. Un anno di messa alla prova per i minorenni

A Capodanno 2023 un pakistano era stato accerchiato dal branco, picchiato e poi ferito all'addome da un coccio di bottiglia. L'unico maggiorenne ha già patteggiato la pena

La brutale aggressione è avvenuta la notte di Capodanno del 2023 a Meda, in Brianza

La brutale aggressione è avvenuta la notte di Capodanno del 2023 a Meda, in Brianza

Meda (Monza Brianza), 17 gennaio 2025 – Il Tribunale per i minorenni di Milano ha sospeso il processo per tentato omicidio e concesso la messa alla prova per un anno per gli ultimi quattro partecipanti alla brutale aggressione di gruppo a un pakistano a Capodanno 2023 a Meda. Per questa vicenda l'unico maggiorenne del branco all'epoca dei fatti, un 20enne di Cabiate, aveva patteggiato al Tribunale di Monza la pena di poco meno di quattro anni e undici mesi di reclusione dopo avere pagato un piccolo acconto del risarcimento del danno promesso alla vittima, che si è costituita parte civile con l'avvocato Francesco Ferreri.

Con il 20enne erano stati arrestati dai carabinieri anche il fratello, ora diventato maggiorenne e altri due minorenni difesi dall'avvocata Elisa Grosso, ora 16enne e 17enne residenti a Seregno, che erano stati prima mandati in una comunità educativa e poi sottoposti alla misura della permanenza a casa. Quarto imputato un ragazzo ora 18enne di Seregno, collocato ancora in comunità.

Secondo la ricostruzione il pakistano, che camminava, palesemente ubriaco, nel centro cittadino insieme a un connazionale, era stato accerchiato e picchiato dal branco e poi ferito gravemente all'addome con un coccio di bottiglia. A sferrare il fendente l'unico maggiorenne. L'amico del 34enne, all'esordio dell'aggressione, era scappato terrorizzato e la vittima era stata lasciata a terra in strada, tanto che alcuni passanti avevano pensato che si fosse addormentato dopo i bagordi. Sentito in seguito dai militari, inizialmente si è dimostrato reticente, ammettendo poi di essere stato intimidito. Dalle testimonianze poi raccolte è infatti emerso tra il gruppetto di amici, almeno una decina, che si trovavano sul luogo dell'aggressione, un clima di intimidazione e minacce in stile Gomorra da parte dei due fratelli nel tentativo di convincerli a non identificare i responsabili quando sarebbero stati interrogati in caserma. Il maggiorenne, risultato l'autore del fendente, aveva già ottenuto il perdono giudiziale da minorenne per avere preso una persona a martellate. Nei confronti dei minorenni la vittima potrà intentare una causa civile di risarcimento dei danni.