FEDERICA PACELLA
Cronaca

Emergenza cani feroci in Lombardia, aggressioni in aumento. I Comuni: più costi, così non ce la facciamo

Il sondaggio di Anci Lombardia con le Ats ha evidenziato nuove criticità. Maggiori difficoltà nei grandi centri nelle spese per i canili. Gli esperti: "Serve un percorso di formazione per chi tiene queste razze"

Emergenza cani feroci in Lombardia

Emergenza cani feroci in Lombardia

Milano –  La gestione di Pitbull e molossoidi mette in difficoltà i Comuni, soprattutto quelli di maggiore dimensione. Il dato emerge dalle risposte al sondaggio promosso tra maggio e giugno scorsi da Anci Lombardia con le Ats e le associazioni di volontariato che ha voluto monitorare le difficoltà riscontrate nei Comuni in merito a questa emergenza.

Innanzitutto, sta aumentando la frequenza di aggressioni da parte di cani Pitbull: circa un quarto dei rispondenti rileva un aumento delle aggressioni, anche se la percentuale sale al 44% nei Comuni con più di 10mila abitanti. Un quinto degli enti (19%) segnala, inoltre, l’aumento dei casi in cui le famiglie consegnano al Comune animali che non sono più in grado di gestire; la percentuale sale al 40% nei centri più grandi.

Analoga è la percentuale (20%) degli enti che evidenziano l’aumento delle situazioni di fragilità sociale (sfratti, sgomberi, persone senza fissa dimora) in cui l’intervento pubblico ha determinato lo spostamento a carico del Comune di animali di tipo pitbull; tale percentuale sale fino al 45% nelle città con più di 10mila abitanti. Un Comune su 6 tra quelli più grandi (16%) segnala l’aumento dei casi in cui l’animale pericoloso perviene in capo al Comune a seguito di azioni di contrasto alla criminalità.

Un fenomeno in netto aumento è anche la segnalazione di detenzione inadeguata di cani pericolosi, che sono oggetto di maltrattamento oppure di allevamento abusivo: il 55% dei Comuni più grandi rileva l’aumento del fenomeno. L’accumularsi in canile di animali tipo Pitbull o molossoidi comporta l’aumento dei costi di gestione (lo segnalano il 17% dei Comuni e il 40% dei centri più grandi) e la difficoltà di individuare soggetti che gestiscano il canile (17% dei Comuni, 29% tra i più grandi).

"Anci Lombardia, da alcuni anni, sta seguendo la questione, poiché la propensione etologica all’aggressività di questi cani porta spesso alla loro consegna ai canili. I Comuni – spiega Fabio Binelli, coordinatore del Dipartimento Servizi Pubblici Locali, Ambiente, Politiche Agricole e Green Economy di Anci Lombardia – per legge obbligati a ospitare dei canili si trovano pertanto a gestire un progressivo aumento di questi animali all’interno delle strutture. Sono soprattutto i Comuni più grossi a disporre di strutture di ricovero degli animali (canili-rifugio) e quindi su di essi gravano maggiormente le difficoltà nella gestione dei cani a maggiore aggressività".

Secondo Elisa Cezza, esperta del dipartimento Servizi Pubblici Locali, Ambiente, Politiche Agricole e Green Economy di Anci Lombardia, "si dovrebbe normare il percorso del possesso di queste tipologie di cani, promuovendo, per esempio, un patentino per i proprietari che preveda un percorso formativo che non trascuri anche le condizioni dell’abitazione dove l’animale è ospitato e la gestione del cane negli spazi pubblici".