REDAZIONE CRONACA

Cronaca di un nubifragio annunciato? Perché la Lombardia è a rischio il prossimo weekend

I laghi lombardi sono stracolmi d’acqua e il fiume Po si è ingrossato enormemente. Il 22 e 23 marzo si prevedono temporali e abbondanti nevicate: cosa dobbiamo aspettarci

I livelli del Po e di molti fiumi sono ingrossati nell'ultima settimana (foto di repertorio)

I livelli del Po e di molti fiumi sono ingrossati nell'ultima settimana (foto di repertorio)

Milano – Durante il fine settimana del 22 e 23 marzo, un ciclone formatosi sull’Oceano Atlantico raggiungerà il Nord Italia e, incontrando i venti di scirocco che soffiano dal Nord Africa, creerà le condizioni perfette per nuovi nubifragi non solo in Toscana ed Emilia-Romagna – devastate dalle recenti alluvioni –  ma anche in Lombardia. Tutti i laghi della regione sono già stracolmi d’acqua e il fiume Po in una settimana si è ingrossato, aumentando la sua portata di oltre 100 per cento.

A lanciare l’allarme è l’Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e della acque irrigue (Anbi). In Lombardia sono critici i livelli di invaso dei laghi, cioè il volume d’acqua che normalmente possono contenere: il lago Maggiore è riempito al 95 per cento, mentre quello di Garda è quasi al 106 per cento e le aree vicine alle rive sono già parzialmente allagate. Anche i bacini del lago d’Iseo e di Como sono abbondantemente superiori ai valori tipici del periodo. 

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In queste condizioni, la perturbazione in arrivo, con annessi temporali e abbondanti nevicati in montagna, potrebbero provocare danni nei territori della Lombardia. La Protezione civile sta monitorando la situazione e, in caso di rischio significativo, emanerà un’allerta meteo. Si consiglia quindi di restare informati sulle condizioni meterologiche dei prossimi giorni.

Il nodo della questione, precisa il presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi, sta nella prevenzione. “Premesso che, soprattutto di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, il rischio zero non esiste – ha detto – va però evidenziato che solo l’apertura delle casse di espansione e l’attivazione di scolmatori (canali secondari che deviano una parte di un fiume così da ridurne la portata di piena, ndr), unite alla perizia idraulica dei Consorzi di bonifica, ha evitato nuove, tragiche conseguenze per quei territori, limitando i danni”.