L’anno scolastico non è ancora terminato, ma la Cgil accende i riflettori sui possibili disagi per la prossima stagione. Si annuncia, infatti, per settembre un avvio complicato dei corsi nelle scuole dell’obbligo in Lombardia.
Le cifre
Al termine delle operazioni di mobilità, trasferimenti e passaggi di ruolo, il dato per l’organico scolastico delle scuole statali lombarde è considerato “allarmante" dal sindacato. All’avvio del prossimo anno scolastico, secondo i conti della Cgil, “nel settembre 2023, saranno vacanti circa 20.000 posti di docenti e 6.000 posti di personale ausiliare, tecnico ed amministrativo”.
Infatti, la mobilità in uscita ha per la Lombardia un saldo negativo: 1.700 docenti e 700 Ata hanno ottenuto la titolarità in altre regioni. “Sicuramente drammatica – si legge nella nota della Cgil – è la situazione delle scuole che inizieranno l’anno scolastico senza un direttore dei servizi generali e amministrativi titolare: saranno 704 (su 1.129), ovvero il 64% (5% in più rispetto lo scorso anno)”.
Complicata è anche la situazione dei posti di docenti di sostegno: sono anni che la percentuale di stabilizzazione arriva a stento al 10%. “Il prossimo anno – prosegue il comunicato – saranno 9.250 i posti in organico di diritto da assegnare e quasi tutti andranno a supplenza, la maggior parte a docenti senza specializzazione. È evidente che la previsione di soli 1.170 posti di Tfa (Tirocinio formativo attivo) per la specializzazione è una risposta inadeguata.
I commenti
“Tutte le scuole, per poter funzionare, hanno bisogno di avere organico stabile – dicono dalla Cgil – la qualità dell’offerta formativa passa attraverso la lotta al precariato, la stabilizzazione e la formazione”. Secondo il sindacato i canali di reclutamento, sia per i docenti, sia per gli Ata, non sono oggi adeguati a garantire la copertura dei posti, che spesso non arriva neanche al 50% delle disponibilità.
“Da anni la Flc Cgil Lombardia chiede un piano di stabilizzazione straordinario che permetta di sanare questa ferita – prosegue la nota – la precarizzazione dell’organico, dettata dall’incapacità di programmare il reclutamento dell’organico scolastico, è un attacco al diritto al lavoro e, non secondario, al diritto allo studio”.
“La scuola, l’istruzione, la formazione, intese come bene essenziale della nostra società, meritano particolare attenzione – è la chiosa del sindacato – Serve invertire la logica dei tagli e cominciare ad investire seriamente e concretamente sugli organici e sul tempo scuola”.