
Antonio Pappalardo (Ansa)
Potrà continuare a indossare il gilet arancione, se lo vorrà, ma non potrà più portare le mostrine sulla divisa. Ad Antonio Pappalardo, a questo punto ex generale dei carabinieri, sono stati tolti i gradi. Il provvedimento gli è stato notificato oggi dal ministero della Difesa. Le sue condotte, a quanto pare, sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate e del giuramento di fedeltà prestato all'Arma. Si tratta di un provvedimento di perdita del grado per rimozione. Decisivi nella scelta del ministero, attualmente guidato dall'esponente del Pd Lorenzo Guerini, sono state le condotte di Pappalardo nel corso della pandemia. L'ex presidente del Cocer - per un breve periodo sottosegretario alle Finanze nel governo Ciampi, all'inizio degli anni '90 - si è messo alla testa dei Gilet arancioni, un gruppo che ha contestato fin dall'inizio i provvedimenti assunti dai diversi governi per contrastare la pandemia da coronavirus, arrivando addirittura a negare l'esistenza della malattia.
Nel suo ruolo di numero uno dei gilet arancioni ha anche flirtato con l'estrema destra, "siglando" un'intesa con Forza Nuova, il movimento neofascista guidato dall'ex latitante Roberto Fiore. Prima ancora di capeggiare i gilet arancioni era stato vicino al movimento dei Forconi, che a metà del decennio scorso si resero protagonisti di una serie di manifestazioni e blocchi stradali organizzati in segno di protesta anche violenta contro le istituzioni.
La reazione dell'ex sottosegretario
"È un attentato ai miei diritti politici, ma non ci facciamo intimidire". Con queste parole il leader del movimento dei Gilet arancioni, Antonio Pappalardo, commenta il provvedimento adottato dal ministero della Difesa di rimozione dei gradi per motivi disciplinari. "I miei avvocati stanno valutando se denunciare la commissione che ha firmato il provvedimento - annuncia Pappalardo - Stanno commettendo dei delitti gravissimi, limitando la mia attività politica che posso liberamente fare. Io, in quanto leader di un movimento, ho semplicemente svolto la mia attività. Siamo in una dittatura vera e propria, come dimostra la polemica sull'intervento della vice-questore di Roma. Nulla le proibiva di fare il suo intervento". Pappalardo, che si dice contrario al vaccino considerandolo "un siero sperimentale e provvisorio", annuncia poi per il 20 ottobre una manifestazione nazionale a piazza del Popolo.
"Un abuso"commenta poi, annunciando battaglia: "Mi hanno notificato comportamenti che riguardano la mia attività politica, io sono presidente di un movimento politico e ho parlato davanti a tutti nel corso di manifestazioni pubbliche". "Da anni mi perseguitano", sottolinea annunciando di essersi già rivolto ai suoi legali: "Presenterò una denuncia e chiederò in nome e per conto del movimento due milioni di euro di danni". Pappalardo afferma che il provvedimento gli è stato notificato dopo che "sabato abbiamo fatto una manifestazione a Milano e poi ho consegnato a un vicequestore un verbale di arresto nei confronti di Mattarella, Draghi, governanti e parlamentari per usurpazione del potere politico visto che Mattarella è stato eletto da parlamentari non convalidati"
. "Stiamo ricevendo - sostiene Pappalardo - centinaia di dichiarazioni di persone che ci dicono che si sono vaccinate anche se non volevano, costrette perché non potevano perdere il posto di lavoro". "Mi hanno notificato l'atto di rimozione commettendo un abuso", continua Pappalardo spiegando che gli sono stati tolti i gradi nonostante "il Tar del Lazio avesse già annullato, su mio ricorso, la sanzione della sospensione disciplinare dalle funzioni del grado".