Baby Gang pronto al tour nei palazzetti italiani: “Per la prima volta mi sento libero”

Il trapper nato a Lecco 23 anni fa da una famiglia originaria del Marocco è finito al centro di una lunga serie di guai giudiziari in parallelo alla sua ascesa nel panorama musicale

Baby Gang durante un concerto del suo tour

Baby Gang durante un concerto del suo tour

Milano, 19 novembre 2024 – Dopo l’anteprima a L’Aquila, sta per partire il tour nei palazzetti italiani per Baby Gang, il trapper nato a Lecco 23 anni fa da una famiglia originaria del Marocco, finito al centro di una lunga serie di guai giudiziari in parallelo alla sua ascesa nel panorama musicale e al suo riscatto.

Un’immagine da “artista maledetto” che ha attirato pubblico “alimentando sempre più la voglia dei fan di vederlo live e vivere finalmente in prima persona l’intensità dei suoi brani che hanno raggiunto i 2 miliardi di streaming su Spotify”. Baby Gang è stato certificato nel 2023 il rapper italiano più ascoltato all’estero su Spotify e nella sua carriera ha collaborato con artisti internazionali come Lacrim, Jul, Raf Camora, Morad e Russ millions.

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“Per la prima volta in queste settimane ho potuto fare dei concerti tutti miei e lo volevo da tempo. Nell'anteprima a L'Aquila ho sentito che mi stavate aspettando anche voi, ed è stato pazzesco, una grande energia”, ha detto il rapper Baby Gang, “pronto a scendere per la prima volta in campo nei palazzetti italiani” il 12 dicembre al Palaprometeo di Ancona, il 14 all'Unipol Forum di Assago, il 21 all'Inalpi Arena di Torino.

“Ho sempre voluto evadere. Prima dal carcere e ora dalla realtà. In fin dei conti la mia vita è una gabbia fin da quando sono nato. Mi hanno insegnato così e sono cresciuto così - ha scritto su Instagram dove lo seguono 2,6 milioni di persone -. E la verità è che non mi sono mai sentito libero. Né dentro, né fuori. Perché essere liberi non dipende da quante sbarre ci sono intorno al tuo corpo, ma intorno alla tua anima. In questo mio viaggio fra bene e male ho capito che la libertà non è né un diritto né un dovere ma una conquista. E oggi sta per avvenire la mia conquista più grande. Esibirmi su un palco e poter finalmente condividere senza filtri quello che ho dentro con il pubblico. Da una cella al mio primo tour europeo. Dai tribunali ai Palasport. Per la prima volta in vita mia, mi sento libero. Libero di essere me stesso”.

Tra impegni artistici e processi

Zaccaria Mouhib ha lasciato la famiglia a soli 11 anni finendo nella microcriminalità. Grazie a Don Claudio Burgio, a capo della comunità Kayros, ha però intrapreso il percorso musicale. 

E oggi cerca di coniugare la gestione degli impegni artistici con restrizioni e processi generati dai presunti reati commessi. L’elenco è lungo. Dopo il blitz di San Siro per cui lo scorso 17 ottobre è stato condannato a tre anni e 4 mesi, Mouhib fece parlare di sé qualche mese dopo per l’agguato fuori dalla discoteca Old Fashion: secondo le accuse, si presentò a volto coperto insieme ad altri per dar manforte all’amico Mattia Barbieri – il leader del collettivo Seven Zoo meglio noto come Rondodasosa respinto dagli addetti alla sicurezza – e per aggredire il rivale Laioung.

E arriviamo al 2022. A gennaio, l’arresto per la rapina di Vignate, con scarcerazione venti giorni dopo per "profili di lacunosità e debolezza" del quadro accusatorio ravvisati dal Riesame. Il primo aprile, il post su Instagram per far sapere di aver girato alcuni filmati poi inseriti in un video musicale mentre si trovava recluso a San Vittore: altra indagine. Dieci giorni dopo, la denuncia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale dopo aver saltato un controllo di polizia e aver poi aggredito due agenti in piazzale Loreto. A ottobre, il secondo arresto in dieci mesi per i colpi esplosi in via de Tocqueville: pena dimezzata lo scorso luglio.

Lo scorso aprile è tornato a far parlare di sé anche per la sua musica con l'album ‘L'Angelo del Male’, con ospiti come Sfera Ebbasta, Geolier, Marracash, Blanco, Lazza, Tedua, Ernia, Rkomi, Gue Pequeno, Rocco Hunt, Emis Killa, Jake La Furia, Fabri Fibra, Gemitaiz, Madman, Paky, Simba La Rue, Niko Pandetta. Poi il tour europeo e, ora, i palasport.