LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Risse, rapine in strada, bullismo: "Gang giovanili in tutte le province lombarde"

Università e forze dell’ordine hanno completato la prima mappatura della baby-criminalità. Il ricercatore della Cattolica: il dato nuovo è che non c’è più solo Milano. L’ultimo caso a Bergamo

Baby gang

L’ultimo blitz delle forze dell’ordine nei confronti di giovani bande responsabili di atti criminali è di ieri, tra l’hinterland di Milano e Bergamo. Tre egiziani, ospiti di una comunità per minori, sono stati arrestati dai carabinieri di Trezzano sul Naviglio. Sono accusati in concorso tra loro di rapine ai danni di prostitute nella zona della stazione di Trezzano sul Naviglio, nel Milanese: due riuscite e altre due tentate. Gli episodi contestati dalle forze dell’ordine risalgono tra giugno e luglio. Secondo gli inquirenti, si trattava di una baby-gang che agiva, anche armata di mazze da baseball, «con una abituale propensione all’aggressività, nel contesto di atti di prevaricazione gratuiti creati in ragione di un loro risentimento verso gli italiani». Uscivano di notte dalla comunità, per assalire le auto in cui si appartavano prostitute e clienti. Inoltre sono stati ricostruiti diversi scontri con altri coetanei della zona, culminati, la notte dell’11 luglio, con il lancio di una molotov all’interno del giardino della comunità.

I reati

Risse, rapine in strada, bullismo. Sono i reati più frequenti commessi in Lombardia dalle gang giovanili secondo l’attività registrata dai comandi provinciali dei carabinieri e dalle questure nei territori di competenza. Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio analisi criminale del dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno e il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero di Giustizia hanno completato il primo tentativo di mappare e classificare un fenomeno in continua crescita: la diffusione di bande giovanili che delinquono.

La mappa delle baby gang in Lombardia

"In Lombardia – spiega Marco Dugato, ricercatore di Transcrime dell’Università Cattolica – è emerso un dato nuovo: anche province che storicamente non sono mai state interessate dalla presenza di gang hanno assistito alla diffusione di gruppi meno organizzati e strutturati delle classiche bande. Sono gruppi che non nascono né per interessi economici da raggiungere, né in un contesto caratterizzato da un retroterre criminale forte. Sono insieme di ragazzi che si associano, si mettono insieme e tra le attività che svolgono ci sono anche i reati". È il caso di Lecco, dove si sono moltiplicate le baby gang. Della Brianza così come dell’Alta Lombardia, Valtellina compresa.

L'età media

«Rispetto a Milano, dove storicamente sono rappresentate tutte le forme organizzative criminali, nelle altre province si assiste all’evoluzione delle “compagnie“ – analizza Dugato –. Aggregazioni spontanee che in alcuni casi delinquono. Il fenomeno riguarda la prima adolescenza e i ragazzi fino ai 18 anni, anche se in alcuni gruppi troviamo maggiorenni".

Le cause

"Sono gruppi che si creano come contrapposizione ai genitori, alle figure educative, alla scuola, alle istituzioni: il lockdown,la socialità ridotta, l’interruzione delle lezioni e lo spostamento di diverse attività online hanno alimentato queste situazioni perché abbiamo lasciato i ragazzi in balia di tanti stimoli. L’aumento del tempo trascorso sul web ha incrementato anche l’effetto emulazione: le risse vengono filmate e condivise. Su cento che le vedono, 99 le condannano, ma basta uno che è spinto a replicarle per generare nuovi casi".