REDAZIONE CRONACA

Strage di Kongsberg: ecco quando si uccide con balestre, katane e armi antiche

Tutti i retroscena pratici, storici e mitologici che a volte spingono gli assassini a far ricorso a strumento di morte di altri tempi. Troppo facile l'acquisto

La polizia di Kongsberg a caccia dell'arciere killer nelle strade di città dopo la strage

La strage di Kongsberg, dove un trentasettenne ha ucciso cinque persone con arco e frecce, fa notizia per il numero delle vittime e la sospetta radicalizzazione dell’autore, che si era convertito all’Islam. Il dettaglio che piu’ colpisce l’immaginazione però e’ lo strumento di offesa utilizzato. Ma se si scorrono le cronache internazionali emerge che l’utilizzo di armi antiche o desuete per uccidere e’ tutt’altro che infrequente. Le ragioni sono prima di tutto pratiche. In molti Paesi procurarsi un’arma da fuoco e’ difficile e uccidere qualcuno con un coltello richiede una motivazione o una foga non comuni. 

La distanza dalla vittima

Un arco, una balestra e persino una spada consentono da una parte di conservare quella distanza minima dalla vittima che riduce le possibilita’ di esitazione e dall’altra sono piu’ facili da reperire. Non e’ purtroppo complicato recarsi in un negozio per amatori e tornare a casa con una katana. E in ambito sportivo vengono ormai utilizzate le armi piu’ disparate e vetuste. In Germania e in Gran Bretagna da alcuni anni vengono addirittura organizzate competizioni nelle quali ci si esercita al tiro con riproduzioni delle lance utilizzate 300 mila anni fa dagli uomini di Neanderthal per cacciare. 

La suggestione culturale

 Il ricorso a un’arma antica, soprattutto quando l’omicida che la sceglie ha un quadro psichiatrico complesso, e’ pero’ spesso figlio di suggestioni culturali che possono andare dalla devozione per la storia, magari di nazioni remote, a passioni piu’ pop, come quelle per i videogiochi, da Skyrim a Final Fantasy, che consentono al fruitore di sbizzarrirsi con un catalogo di armi da ogni tempo e spazio. Il cinquantaseienne di Tokyo che, nel dicembre 2017, uccise la sorella, la moglie e se stesso con una katana in un tempio shintoista e’ un caso decisamente diverso dal cittadino siriano che, nell’agosto 2019, fece fuori il coinquilino con una spada da samurai a Stoccarda.

L'ubriaco e i poliziotti

 Il gesto del primo, pur esecrabile, rientra nel quadro del sacro, dell’ancestrale. Il secondo non aveva forse trovato di meglio o era un banale fan di Tarantino, come forse quel berlinese che, nel giugno 2008, si avvento’, ubriaco fradicio, con una katana contro alcuni poliziotti. Una katana fu utilizzata inoltre dai due adolescenti di Huddersfield, in Inghilterra, che l’anno scorso uccisero un uomo che li aveva invitati a lasciare un parcheggio, colpendolo cento volte. A volte la follia cresce di pari passo con il desiderio di un’epica personale e non c’e’ nulla che suggelli un’epica come un’arma tradizionale. Quanto la potenza del simbolo spesso travalichi la potenza dell’arma e’ evidente dal numero non raro di omicidi con arco e frecce segnalati negli Stati Uniti, dove procurarsi una pistola o un fucile e’ molto facile. 

La strage in Baviera

Forse, in questi casi, e’ proprio l’ampia disponibilita’ di armi da fuoco a spingere alcuni assassini a volersi misurare con un gesto che ha valore estetico e richiede perizia. Una motivazione non distante dal crescente numero di cacciatori che disdegnano sparare alle prede, preferendo colpirle con strumenti piu’ tradizionali. Il miglior bilanciamento tra praticita’ e suggestione e’ offerto senza dubbio dalla balestra. Precisa, letale e facile da usare, la balestra cambio’ del tutto le regole della guerra nel Medio Evo, consentendo anche a persone non addestrate di rispondere a un assedio e segnando l’inizio della fine per la cavalleria, il cui vantaggio strategico subi’ un drastico ridimensionamento. Inserire nella barra di un motore di ricerca ‘crossbow attack’ produce infatti un discreto numero di risultati: dalla strage con tre vittime che nel 2019 sconvolse una tranquilla localita’ bavarese ai sempre piu’ frequenti casi registrati in Inghilterra. 

La mancanza di limiti all'acquisto

Qua l’utilizzo dell’arma puo’ avere un richiamo patriottico piu’ o meno involontario a uno dei miti fondanti della storia di Albione: la battaglia di Azincourt del 25 ottobre 1415, quando i balestrieri di Enrico V ebbero ragione di un’armata francese in schiacciante superiorita’ numerica. Sfumature che interessano poco ai medici legali che lanciano sempre piu’ spesso l’allarme sul crescente numero di omicidi compiuti con la balestra. Lo scorso aprile Paul Marks, medico legale di Southburn, East Yorkshire, in un colloquio con il ‘Guardian’ si disse sconcertato dalla mancanza di limiti per l’acquisto di balestre, dopo l’ennesima lite di vicinato degenerata in carneficina medievale. 

Il rapporto del Michigan

Due anni fa un rapporto della facolta’ di Medicina del Western Michigan avvertiva che, a un totale 18 casi di omicidio con balestra presenti nella letteratura medica, corrispondevano ben 15 episodi in Usa solo negli ultimi cinque anni, dando a intendere che il fenomeno possa essere sottovalutato. Secondo lo studio, la balestra “presenta problematiche specifiche, essendo intuitiva da usare, facilmente accessibile e potenzialmente mortale”. Una lezione appresa a proprie spese ieri dai cavalieri di Carlo I d’Albret e oggi da vari sfortunati, anonimi cittadini di tutti quei Paesi europei dove basta avere 18 anni per portarsi a casa una di queste micidiali macchine di morte.