I reparti pediatrici di diversi ospedali italiano sono in difficoltà. Nelle ultime settimane è stato registrato un picco, ben superiore agli ultimi 2 anni, di ricoveri in questo periodo. E gli specialisti lanciano l'allarme. Ma cosa sta succedendo?
Pediatrie piene
In molte realtà del Paese le Pediatrie sono messe a dura prova dall`epidemia di infezioni respiratorie nei bambini, specie le bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VrS), che stanno colpendo in particolare i bambini sotto l`anno di vita.
Mix di virus
Se a ciò si somma la contemporanea circolazione di altri virus respiratori come influenza e adenovirus (senza dimenticare che il Covid-19 non ha mai smesso di circolare) la situazione risulta in alcuni casi davvero difficile, con accessi record in Pronto Soccorso, situazioni di congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto che mettono alcune realtà in sofferenza.
L'allarme
A rilevarlo è la Società Italiana di Pediatria, che ancora una volta insiste sulla necessità di rafforzare "l`anello debole" dell`assistenza pediatrica, ossia le terapie intensive pediatriche, poche e mal distribuite sul territorio nazionale, chiedendo su questo tema un intervento del Governo.
Da Sud a Nord
Difficoltà che si registrano un po' lungo tutta la penisola dove tutti i reparti di pediatria sono sotto pressione ma dove ci sono anche situazioni di estrema difficoltà che faticano ad accogliere nuovi piccoli pazienti.
A Milano "la situazione è difficile, ma il sistema tiene, seppur con grandi sforzi", afferma Giuseppe Banderali, vicepresidente SIP e direttore della Neonatologia e Pediatria dell'Ospedale San Paolo di Milano. "Registriamo un notevole incremento di accessi al PS rispetto agli ultimi due anni; da novembre i posti letto sono sempre pieni, occupati per il 60% da bambini con infezioni respiratorie, di cui il 20-25 % sono bronchioliti da VRS (virus respiratorio sinciziale)".
Le situazioni più critiche
"Registriamo un incremento degli accessi in PS per infezioni respiratorie del 300% superiore rispetto ai due anni precedenti, con l`80% dei posti letto occupati da bambini con bronchiolite da VRS", afferma Giovanni Corsello, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell`Ospedale dei Bambini di Palermo. "Due condizioni stanno rendendo particolarmente gravosa l`assistenza: da un lato l`età dei bambini con bronchiolite da VRS, soprattutto neonati e lattanti, e dall`altro lato, i casi di `coinfezioni` causate da più agenti patogeni che in contemporanea colpiscono lo stesso organismo". Condizioni, queste, che richiedono spesso il ricovero in ospedale, nei casi più gravi in terapia intensiva e un notevole sforzo organizzativo.
Infezioni respiratorie
Complessa la situazione anche al Policlinico Umberto I di Roma, dove attualmente il 100% dei ricoveri pediatrici è dovuto a infezioni respiratorie. "Nel 90% dei casi si tratta di bronchioliti da VRS, che nel 10% dei casi richiedono il ricovero in terapia intensiva pediatrica, attualmente quasi piena (soli 2 posti liberi)", afferma Fabio Midulla, responsabile del reparto di Pediatria di Urgenza dell`Ospedale.
Le richieste dei pediatri
Anche alla luce di questa situazione, la Società italiana pediatria punta il dito sul sottodimensionamento delle terapie intensive pediatriche (TIP). L'assenza di un codice ministeriale che le identifichi in maniera precisa (presente per tutte le altre discipline assistenziali nel nostro Paese) rende molto difficile stimare il loro numero esatto. Facendo riferimento a dati empirici, nel nostro Paese ci sono circa 3 letti di Terapia intensiva con specificità pediatrica ogni milione di abitanti. Un valore di circa la metà di quello inglese e di circa un terzo rispetto a Austria, Svizzera, Germania o Usa.
"Assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le terapie intensive pediatriche sono infatti tarate sui bambini e hanno un'elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale", afferma la presidente della SIP Annamaria Staiano. "Chiediamo al Governo - conclude - non solo un loro rafforzamento, con un aumento dei posti letto e del personale, ma anche un impegno a lavorare insieme alle Società Scientifiche per una riforma volta a mettere in rete tutti i punti di offerta, così da garantire un'assistenza omogenea a tutti i bambini in ogni area del Paese. È urgente inoltre che venga assegnato un codice ministeriale di disciplina alle TIP, passaggio essenziale per avere un quadro preciso della situazione attuale".