Casalmaiocco (Lodi), 2 luglio 2022 - Un esposto "affinché vengano verificati i possibili reati commessi sia da parte dei magistrati, che contro questa mamma si sono particolarmente accaniti, sia delle altre figure coinvolte (servizi sociali, forze dell’ordine, addetti del Comune). I danni sono irreparabili ma voglio che siano pagati fino all’ultimo". Parla di "violenza istituzionale" Donatella Bussolati, l’avvocata che difende Deborah, in riferimento a quanto accaduto venerdì mattina in cui la donna è stata trattenuta contro la sua volontà in municipio mentre degli agenti della polizia in borghese, nella piazzetta, sottraevano il figlio di 9 anni affidato alle cure di un’amica per portarlo in comunità, come richiesto dal padre.
«Ho ricevuto la videochiamata dei Servizi sociali, alle 9, mio figlio dormiva ancora, mi hanno chiesto dove fosse, se andasse al grest, poi hanno voluto vederlo: l’obiettivo era rintracciarlo - ricostruisce Deborah -. Dopo 10 minuti la telefonata del Comune: dovevo consegnare subito le chiavi della casa popolare di mia mamma, morta da una decina di giorni. Mi sono ritrovata col sindaco Marco Vighi (interpellato ha risposto "no comment"), il comandante della Polizia locale, i servizi sociali: una decina di persone. “Ti dobbiamo leggere il decreto del Tribunale“, che ho rifiutato di firmare. Cercavo di uscire e mi strattonavano per farmi sedere. Hanno chiamato il mio medico di base e un’ambulanza ma lui ha detto che ero normalissima, il Tso non era necessario".
"È un sequestro perché la mia cliente è stata trattenuta contro la sua volontà senza aver commesso alcun reato - aggiunge Bussolati -. Inoltre il giudice ha ammesso l’uso della forza pubblica in caso di mancanza di adempimento spontaneo della mamma ma il provvedimento non è stato notificato prima né a me né a lei; Deborah è stata attirata in Comune con l’inganno. La situazione è gravissima e diffusa: la Cassazione (sentenza Laura Massaro) ha stabilito che la Pas (alienazione parentale) non esiste. Serve una legge che consenta di operare con delle casistiche senza lasciare le sentenze alla morale personale dei magistrati in nome della bigenitorialità. I condannati per gravi reati sono liberi fino alla Cassazione: un minore che non vuole vedere il papà, invece, finisce subito in comunità. Se c’è conflittualità bisogna agire sui genitori. Inoltre in questo caso il padre non paga gli alimenti dall’autunno scorso e il bambino parla di un papà che lo umilia e lo prende a schiaffi".