MONICA GUERCI
Cronaca

Bollate, la dirigente scolastica: "Al Primo Levi siamo ripartiti reagendo"

La preside commenta così il ritorno fra i banchi in via Varalli dopo le polemiche per le classi piene

Al Primo Levi gli studenti iscritti sono 1.200

Al Primo Levi gli studenti iscritti sono 1.200

Bollate (Milano), 16 settembre 2020 - Entrate a scaglioni, scuola in presenza a settimane alterne, mascherine in classe, e non si spegne la protesta per le classi pollaio. "Stiamo reagendo a ogni situazione, con fatica, ma siamo ripartiti", così la dirigente, Elisabetta Boselli arrivata un anno fa all’Itcs Primo Levi di Bollate commenta il ritorno tra i banchi in via Varalli. Una popolazione di 1.200 studenti (gli iscritti sono ogni anno in crescita) a cui vanno aggiunti i 60 studenti della sezione del carcere di Bollate. "Tanta fatica - insiste la preside -: sono operativi solo 4 bidelli su 12 con banchi da spostare, armadi, materiali, abbiamo fatto tutto grazie alla determinazione e alla buona volontà di docenti e genitori che si sono prestati a fare da facchini e a imbiancare le aule". La Provincia ha fornito spazi "ma poi ci siamo dovuti arrangiare per renderli utilizzabili". Primi giorni di scuola è filato tutto liscio? "Qualche problema si è presentato, ma tutti risolvibili. Il più grosso è alle spalle: far ripartire la scuola, un segnale importante per tutto il Paese". La strada è ancora in salita.

All’appello mancano ancora una quarantina di docenti. E non si placano le famiglie contro le aule pollaio proprio ai tempi del Covid. Per le economie di scala imposte dal sistema scolastico regionale le 57 classi del Levi dovevano scendere a 56. E così tre terze del liceo linguistico sono state smembrate in due quarte: 27 alunni per classe. "Una scelta calata sulle nostre teste dall’Ufficio scolastico regionale che penalizza tutti noi per diversi aspetti - lamentano i genitori -. I ragazzi sono molto uniti e questo legame funzionava da traino per tutta la classe, adesso alcuni di loro si sentono demotivati. Importa a qualcuno? I libri già comprati per il triennio saranno da buttare? Il progetto Esabac di storia in lingua che fine farà? La scuola italiana cade a pezzi, aule dove piove dentro, mancano insegnanti e presidi e chi più ne ha più ne metta. Eppure si continua a far tagli proprio alla scuola! Non ci arrendiamo a questa situazione senza aver ricevuto risposte. Andiamo avanti anche per chi verrà dopo di noi" dice Lucia Buoncore, mamma di Benny fra le studentesse coinvolte nello spacchettamento delle terze, a nome di tutti i genitori. "Ci conoscevamo dalla prima - sottolinea Betty -. Cinque di noi sono in una quarta e sette nell’altra. Doloroso? Soprattutto incomprensibile: Penso che non siano state considerate tutte le ricadute di questa decisione, ma una cosa è certa: noi ragazzi non ci perderemo, come gruppo classe, dentro o fuori da scuola, andiamo avanti". Delusi e arrabbiati, genitori e docenti aspettano risposte alle loro mail di maggio scorso.