Milano, 14 dicembre 2020 - Mentre il Governo si interroga sull'istituzione du una sorta di zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi, con la chiusura di negozi (ad eccezioni di quelli che vendono beni essenziali), bar e ristoranti, la Lombardia discute degli assembramenti che hanno caraterizzato, ieri, il primo giorno in zona gialla.
Assembramenti
Secondo il governatore Attilio Fontana non servono misure più restrittive ma "un'attenzione particolare e qualche sacrificio in più", proprio per evitare la necessità di "ricominciare a chiudere e a limitare la libertà". Più articolata la posizione di Beppe Sala, sindaco di Milano, che invita la politica a prendersi le proprie responsabilità: "Era abbastanza scontato che succedesse quanto abbiamo visto - ha detto - se dici alle persone che dal 20 dicembre non ti puoi più muovere, ma adesso sì, è chiaro che succede quello che è successo ieri. Non diamo colpa alla gente, prendiamoci noi le nostre responsabilità". Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, ha detto di essere pronto a emanare un'ordinanza comunale anti-assembramenti. Dalla politica alla scienza, il virologo Fabrizio Pregiasco lancia l'allame: "Disporre nuove restrizioni anti-Covid, altrimenti fra 15 giorni avremo affetti pesanti". Gli fa ecco il collega Massimo Galli: "I numeri di oggi, non volendo dare importanza ai 30 ricoveri in più per il trend, riflettono il fatto che con le restrizioni delle scorse settimane, si iniziavano a vedere risultati. Il punto è mantenerli. Insomma, se continuiamo a vedere quello che abbiamo visto nel fine settimana, il potenziale aumento dei contagi è una certezza".
APPROFONDIMENTO: Lombardia zona gialla: le nuove regole
Coronavirus, i dati lombardi
Intanto, sul fronte del contagio, la regione scende sotto la soglia psicologica dei mille contagi. Oggi in Lombardia ci sono stati infatti 945 casi di coronavirus, e 67 morti (23.877 dall'inizio dell'epidemia). I tamponi effettuati sono stati 11.317, per un rapporto nuovi positivi/contagi pari all'8,3%. I guariti/dimessi sono 8.906 (totale complessivo 342.409, di cui 4.714 dimessi e 337.695 guariti); i pazienti covid in terapia intensiva calano a 685 (-29), i ricoverati negli altri reparti a 5.053. Dati in miglioramento rispetto a ieri, quando la Lombardia aveva fatto registrare 2.335 nuovi casi, con un rapporto nuovi positivi/tamponi pari al 9,1%, e 144 decessi.
A livello territoriale, nella provincia di Milano ci sono 394 nuovi positivi di cui 133 a Milano città, mentre Brescia è la seconda area più colpita con 141 casi. Terza Bergamo con 91, poi Mantova con 66, Pavia, Lecco e Monza Brianza 39, Lodi 31, Como 29. Chiudono Varese con 19 nuovi casi, seguita da Cremona e Sondrio (8 contagi a testa).
Bollettino Covid Italia /Pdf
Sono 12.030 i nuovi positivi al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, a fronte di 103.584 tamponi, secondo i dati del ministero della Salute. Il tasso di positività è dell'11,6%. Il bollettino quotidiano nazionale scandisce anche 491 decessi mentre i ricoveri in terapia intensiva valano di 63 unità. (3.095 complessive). Dopo diversi giorni tornano però a salire di poco i ricoveri ordinari: +30 (ieri -333), 27.765 in tutto. I guariti sono 22.456 in più, incremento che porta il totale delle persone che hanno superato il virus dall'inizio dell'emergenza a 1.115.617. Gli attualmente positivi rispetto al giorno precedente sono 10.922 in meno. In totale le persone positive al Covid-19 in Italia sono 675.109.
Pregliasco: pranzo in famiglia più pericoloso dello shopping
Tra una passeggiata nelle vie dello shopping, indossando la mascherina, e un pranzo domenicale, "guardando alla casistica è più pericoloso il pranzo". Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. "Per questo - ha spiegato - si erano già immaginate diverse restrizioni agli spostamenti, per sfavorire questa modalità dello stare insieme. Tant'è che, in questo manuale, tutto in costruzione, delle procedure di controllo, si era detto che potesse essere meglio tenere aperti i ristoranti perché lì c'è un protocollo e un'attenzione maggiore rispetto alle case, dove si abbassano le difese tra conviventi o parenti".
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