
Il palazzo di giustizia di Caltanissetta (Archivio)
Caltinissetta - Un giovane trovato morto su una spiaggia. Un colpo di pistola alla testa. Un rapporto d'amicizia che sarebbe sfociato in un terribile "patto". Sono questi gli elementi di una terribile vicenda avvenuta in provincia di Caltanissetta, dove un minorenne del posto è finito in comunità su disposizione del gip di Parlermo, che ha firmato la richiesta della procura presso il tribunale dei minori. Secondo l'accusa avrebbe aiutato un amico di 26 anni a suicidarsi.
Al giovane è contestata l'accusa di istigazione o aiuto al suicidio, al quale si aggiungono anche la detenzione e la divulgazione di materiale pedopornografico. L'indagine, portata avanti dal Norm dei carabinieri, è stata coordinata dal procuratore Claudia Caramanna e dai sostituti Paoletta Caltabellotta e Francesco Grassi.
La vittima fu trovata morta, per un colpo di pistola alla testa, il 25 agosto scorso sulla spiaggia di Punta Grande, tra Porto Empedocle e Realmonte. Per gli investigatori ad agosto l'indagato avrebbe "consapevolmente assistito e supportato" l'amico durante le fasi preparatorie ed esecutive del suicidio, "rafforzando" l'intento suicida di quest'ultimo.
Il suo apporto - come si legge in una nota della Procura e dei carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta - sarebbe consistito "non solo nell'assoluta complicità e condivisione di tutto il piano di preparazione e di successiva esecuzione, ma anche nella elargizione di consigli finalizzati a impedire che le persone a lui più vicine potessero comprendere" cosa stava per accadere. A spingere il ragazzo verso il suicidio, a quanto pare, era stata anche la frustrazione per un concorso in polizia andato male.