REDAZIONE CRONACA

Carceri lombarde, si cambia: nuovi percorsi terapeutici e misure cautelari alternative

Accordo tra Regione e ministero della Giustizia di Michele Mezzanzanica

Un carcere

Milano, 11 luglio 2014 - Recupero e reinserimento sociale e lavorativo dei carcerati, in particolare quelli con problematiche di dipendenza. Regione Lombardia, ministero della Giustizia e Tribunali di sorveglianza di Milano e Brescia hanno sottoscritto ieri a Roma un protocollo operativo per sostenere e implementare percorsi di recupero e reinserimento di persone sottoposte a provvedimento dell’autorità giudiziaria. Tra le finalità dell’accordo, che ha durata triennale, anche la volontà di contrastare il fenomeno del sovraffollamento delle carceri. Le persone che potrebbero usufruire delle misure previste dal protocollo sono 2.377, con problematiche di dipendenza, detenute negli istituti penitenziari lombardi. Per dare attuazione all’accordo sarà istituito un tavolo tecnico tra Regione Lombardia, Provveditorato regionale e Tribunali di sorveglianza che definirà le procedure operative da attuarsi presso i rispettivi servizi del territorio. 

Le parti si impegnano a favorire la collaborazione fra i propri servizi (Asl, Aziende ospedaliere, istituti penitenziari e Uffici di esecuzione penale esterna) e gli ulteriori servizi del territorio deputati all’accoglienza dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, per la predisposizione di percorsi personalizzati finalizzati al reinserimento sociale. È stato quindi predisposto un apposito piano di azione regionale finalizzato alla definizione delle modalità e delle prassi operative per favorire l’applicazione delle misure alternative speciali, per consentire cioè l’attivazione di percorsi terapeutici rivolti alla popolazione detenuta che presenti problematiche correlate alle dipendenze patologiche. In particolare, Regione Lombardia si impegna ad adottare misure per l’aumento delle possibilità ricettive delle Comunità residenziali, anche di tipo terapeutico, idonee a ospitare agli arresti domiciliari o in misura alternativa soggetti attualmente in esecuzione penale, in carico presso i servizi penitenziari della Regione. 

I presidenti dei Tribunali di sorveglianza di Milano e Brescia si impegnano a favorire la fissazione delle udienze per la trattazione dei casi, analizzando con carattere di urgenza le istanze per le quali sia già predisposto uno specifico programma terapeutico. «Sono molto lieto di sottoscrivere questo protocollo - ha detto il governatore Roberto Maroni - che dà attuazione alle leggi vigenti, perché abbiamo tutti ben presente la situazione carceraria italiana: non solo il problema del sovraffollamento, ma anche la necessità di dare attuazione a percorsi riabilitativi e rieducativi, con l’obiettivo del reinserimento sociale e lavorativo di queste persone, laddove sia possibile. Bisogna coinvolgere i territori, le Regioni e gli enti locali, perché la gestione e l’inserimento di questi fenomeni nel territorio fa la differenza fra una cosa che funziona e una che non funziona. Al di là del contenuto di questo protocollo, dunque, mi piace molto il metodo». Concetto ripreso dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «La collaborazione con le regioni rappresenta lo snodo fondamentale, insieme ad esse vorremmo sviluppare una serie di progetti che riguardano non solo la dicotomia fra dentro e fuori il carcere, ma anche ciò che succede all’interno del carcere. Sono particolarmente contento di sottoscrivere questo accordo con la Lombardia». 

michele.mezzanzanica@ilgiorno.net